Ravenna, 5 ottobre 2024 – Il paese è lo stesso, gli allagamenti pure. Traversara, frazione di quasi 500 anime nelle campagne di Bagnacavallo (Ravenna), era già stata epicentro dell’alluvione che a metà settembre scorso aveva flagellato la provincia romagnola. In quell’occasione il Lamone era esploso: strade inondate di fango e persone sui tetti in attesa di essere salvate dagli elicotteri.
Le piogge nella notte tra giovedì e ieri sono tornare a colpire duro. E il Lamone è tornato a fare la voce grossa uscendo dall’alveo nello stesso punto. Alle 3.30 l’acqua ha iniziato a strisciare verso i campi, allagandoli. E ha raggiunto la zona del paese nella quale si concentrano le case da abbattere per via della precedente alluvione (una decina) accumulandosi fino a una ventina di centimetri.
“I lavori di ripristino – ha assicurato ieri pomeriggio la Regione Emilia Romagna – hanno permesso di chiudere l’infiltrazione con massi ciclopici. L’area interessata è, tuttavia, molto più limitata rispetto al fenomeno dello scorso 19 settembre”. E se anche stavolta non si può parlare di alluvione, da queste parti non è che la distinzione linguistica possa giungere di conforto. Del resto Traversara è stata coinvolta da tutti e tre gli eventi alluvionali che in appena un anno e mezzo hanno flagellato il territorio ravennate, e se non è un record poco ci manca: due a maggio 2023 e l’ultimo nemmeno un paio di settimane fa.
Ne sa qualcosa Maria Daghia, 63enne maestra elementare in pensione che, proprio per non trovarsi di nuovo faccia a faccia con il Lamone, aveva scelto di trascorrere la nottata di giovedì al palazzetto dello sport della vicina Bagnacavallo. Del resto la sua abitazione è stata colpita “da tutte le alluvioni dell’ultimo anno e mezzo. Allucinante, sembra di vivere in un film di fantascienza”, in un “paese fantasma”. “Tra l’altro sia io che mio marito abbiamo problemi di salute”.
Pure l’azienda agricola di lui è uscita malconcia dagli schiaffi del Lamone: “È difficile continuare a sperare e a fare progetti. Senza contare che dall’alluvione del 2023 abbiamo ricevuto 3mila euro dalla Regione: non compri nemmeno le piastrelle di casa...”. E in molti cittadini cresce la voglia di trasferirsi altrove, pur con la consapevolezza che vendere adesso non sarà impresa facile.
Ieri mattina la presidente facente funzione della Regione, Irene Priolo, è arrivata a Traversara per un sopralluogo assieme al prefetto Castrese De Rosa e al sindaco di Bagnacavallo, Matteo Giacomini. L’ente regionale ha assicurato contestualmente che proseguono i lavori di ripristino e consolidamento dell’argine. E che anzi non si sono mai fermati dall’evento di due settimane fa.
Anche l’attività della procura non si è fermata dall’apertura di un’inchiesta per disastro colposo contro ignoti. Oltre all’acquisizione di atti da enti di Bologna e Ravenna di competenza regionale, ieri mattina il pm Francesco Coco, proprio per verificare gli effetti delle ultime piogge, ha compiuto alcuni sopralluoghi a partire da Traversara. Il sostituto procuratore, accompagnato dai carabinieri, ha proseguito su altri punti del territorio particolarmente provati dalle ultime precipitazioni, soprattutto nella zone collinari. Lo stesso pm è titolare, assieme al procuratore capo Daniele Barberini, di entrambe le inchieste per le 3 alluvioni di Ravenna (le due di maggio 2023 sono ora in un unico fascicolo). I consulenti nominati, sono gli stessi: tre ingegneri del politecnico di Milano che dovranno dirci prevedibilità e prevenibilità di quanto accaduto. Un lavoro monumentale per il quale occorreranno mesi.