ROMA
Faccia a faccia con l’ambasciatore designato iraniano, Mohammad Reza Sabouri, ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha espresso "l’indignazione e la preoccupazione dell’Italia su quanto avviene nel suo Paese". A riferire lo scambio è stato il ministro stesso, in apertura della conferenza stampa a margine del loro incontro alla Farnesina. Il meeting è stato l’occasione, per il titolare della Farnesina, di ribadire le richieste italiane, "prima fra tutte la sospensione della condanna a morte per i manifestanti e il blocco immediato delle esecuzioni – ha detto –. Quindi la sospensione della repressione violenta delle manifestazioni. Ho chiesto che le autorità politiche aprano un dialogo con i manifestanti". "Per quanto ci riguarda – ha concluso – nessuno ha il diritto di uccidere nessuno. Ci auguriamo che l’Iran risponda positivamente alle richieste dell’Italia". Gli ultimi aggiornamenti però non sono dei migliori: ieri la notizia un ragazzo di 17 anni, Mehrdad Malek, è stato ucciso dalla polizia iraniana nel corso di un inseguimento in auto con una pattuglia. Alle tensioni del periodo si aggiunge poi il gesto estremo di un cittadino iraniano, suicidatosi lunedì a Lione. L’uomo si è gettato nel Rodano, aveva 38 anni. "Quando vedrete questo video sarò morto – spiega Mohammed Moradi mentre si riprende col cellulare, il filmato sarà poi postato sui social –. In Iran la polizia aggredisce le persone, abbiamo perso molti figli e figlie, adolescenti, persino bambini, dobbiamo fare qualcosa". "Decido di suicidarmi nel Rodano – afferma – come sfida per dimostrare che il popolo iraniano è molto, molto stanco di questa situazione". Altrettanto inquietanti le notizie arrivate da Teheran, in particolare dal generale Ramezan Sharif che è il portavoce dei Pasdaran, le Guardie della Rivoluzione. Si tratta di una minaccia ai media iraniani dissidenti all’estero: "Abbiamo un controllo su di voi, vi daremo una dura risposta, uno per uno".