Genova, 22 ottobre 2024 – Dopo l’allarme negli Stati Uniti per numerosi casi di escherichia coli – di cui uno mortale e altri 49 in forme gravi – che secondo le autorità sanitarie statunitensi sarebbero legati al consumo di hamburger McDonald’s, cresce la preoccupazione per l’infezione causata dal batterio gram-negativo, del genere escherichia, di cui si distinguono almeno 171 sierotipi, ognuno con una diversa combinazione degli antigeni O, H, K, F e diversa gravità. A chiarire quali possono essere rischi per la salute è Matteo Bassetti, infettivologo e direttore della Clinica Malattie infettive dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova.
Cos’è l’escherichia coli?
“L’escherichia coli è un batterio molto comune e largamente diffuso. Abitualmente si trova nel nostro intestino con tanti altri batteri che fanno parte della famiglia degli enterobatteri. L’escherichia coli fa parte della nostra flora intestinale microbica. Il problema nasce quando esce dall'intestino. In questo caso può provocare infezioni anche gravi e persino mortali”.
Quali sono i sintomi dell’infezione da escherichia coli?
“I sintomi possono essere diversi in base al tipo di infezione che provoca. La più frequente, ad esempio, è l’infezione delle vie urinarie, che si verifica soprattutto nelle donne per una questione di conformazione e di vicinanza degli orifizi. In questi casi può provocare cistiti e nefriti, con difficoltà a urinare, dolore e bruciore persistente anche dopo aver urinato e talvolta perdita di sangue con l'urina. Ma l’escherichia coli è un agente eziologico importante anche di gastroenteriti e infezioni intestinali. In questi casi i sintomi possono essere dolore addominale e diarrea, anche sanguinolenta in base alla localizzazione dell'infezione e al ceppo di batterio coinvolto, nausea, vomito e talvolta febbre.
Inoltre questo batterio ha la capacità di andare nel sangue provocando in alcuni casi setticemie. Può arrivare anche nei polmoni attraverso le vie aeree, causando broncopolmonite e persino sulla pelle provocando infezioni dei tessuti molli. Insomma è un microorganismo che ha la possibilità di dare tanti tipi di infezioni e di relativi sintomi”.
Può essere mortale e, se sì, in quali casi?
"Ci sono tipi di escherichia coli molto aggressivi che producono tossine in grado di causare gravi forme di sindrome emolitico-uremica che può portare fino alla morte”. La SEU è una malattia rara nella quale si formano improvvisamente piccoli coaguli di sangue (trombi) in tutto l'organismo.
Come si cura?
"Si cura con la terapia antibiotica ma l’escherichia coli ha sviluppato resistenza a tanti antibiotici soprattutto a quelli di uso comune, fuori dall'ambiente ospedaliero, quindi è diventato più difficile debellarlo, almeno nelle forme più serie. Nei casi più gravi la terapia deve essere mirata sullo specifico germe, individuato con l’antibiogramma, un test di sensibilità basato sul microorganismo che provoca l’infezione”.
Come si contraggono le infezioni da escherichia coli e come prevenirle?
“In base al tipo di infezione i modi per prevenirla sono differenti, sicuramente nel caso più frequente delle cistiti è indispensabile una buona igiene intima. Per quanto riguarda invece le gastroenteriti e quindi l’ipotesi di contrarre l’infezione attraverso i cibi è necessaria una adeguata conservazione e preparazione degli alimenti, a partire dall’igiene degli ambienti e operatori: dal lavaggio delle mani alla sterilizzazione dei luoghi dove tengono tenuti e conservati i cibi".
Negli Stati Uniti si sono verificati numerosi casi gravi, di cui uno letale, che sembrano legati al consumo di hamburger. Com’è possibile?
“Ci sono già stati in passato dei casi di contaminazione da hamburger, non è la prima volta che l’escherichia coli si trova nella carne. In questi casi il contagio, ovvero il passaggio nell’uomo può avvenire in diversi modi: da animale (ipotesi esclusa nel caso statunintense, ndr), dalla processazione industriale degli alimenti, da manipolazione o da conservazione degli stessi. Non c’è una sola strada per entrare in contatto con l’escherichia coli e questo lo rende estremamente comune e in alcuni casi letale”.