Biella, 23 luglio 2017 - Il fidanzato di Erika Preti ha confessato: altro che aggressione a scopo di rapina: è stato lui a uccidere la ragazza, la mattina del 12 giugno scorso a San Teodoro in Sardegna. Ma ora emergono anche i particolari del delittaccio, e parlare di 'futili motivi' è riduttivo. Secondo il racconto di Dimitri Fricano, 30 anni, a scatenare la furia omicida è stato un semplice rimprovero. "Mi aveva rimproverato perché il tavolo era sporco. C'erano troppe briciole. Allora abbiamo iniziato a insultarci e non ci ho piu visto", ha raccontato il giovane durante la confessione.
La prima mossa, stando a Dimitri, l'avrebbe fatta Erika: "Mentre litigavamo, lei mi ha colpito alla testa con un fermacarte in pietra", ha raccontato tra l'altro. Ai carabinieri, nelle prime fasi delle indagini, Fricano - che effettivamente presentava i segni di un trauma - aveva detto di essere rimasto vittima (insieme alla ragazza) dell'aggressione di uno sconosciuto intrufolatosi nella villetta.
GLI AVVOCATI - "In accordo con i genitori di Dimitri - spiega l'avvocato Alessandra Guardini che ieri sera ha accompagnato in procura a Biella il reo confesso, dopo una videoconferenza con il legale sardo, Roberto Onida - il nostro obiettivo è sempre stato quello di arrivare alla verità, qualunque potesse essere. Questo anche nel rispetto di Erika e della sua famiglia, che non dovrà attendere per avere giustizia".
IL SINDACO - "Erika cosi è stata uccisa due volte - dichiara Raffaella Molino, sindaco di Pralungo (Biella), il paese della giovane donna- Quel ragazzo per dieci anni è stato accolto in casa dai genitori e dalle nonne di Erika. Il fatto che l'abbia uccisa lui distrugge il poco che ancora era rimasto di quella brava ragazza. Alla quale tutta Pralungo voleva bene. È giusto che paghi per questo delitto".