Mercoledì 14 Agosto 2024
ANDREA MASSARO
Cronaca

Erano sposati da otto mesi. Coppia di ciclisti falciata da un’auto. Il fratello del campione morto: ora basta

Schianto a Senigallia, nel 2017 in un incidente simile perse la vita Scarponi vincitore del Giro d’Italia. Ieri la vettura di un neopatentato (ora indagato per omicidio stradale) ha invaso la corsia opposta. .

Erano sposati da otto mesi. Coppia di ciclisti falciata da un’auto. Il fratello del campione morto: ora basta

Schianto a Senigallia, nel 2017 in un incidente simile perse la vita Scarponi vincitore del Giro d’Italia. Ieri la vettura di un neopatentato (ora indagato per omicidio stradale) ha invaso la corsia opposta. .

SENIGALLIA (Ancona)

Il sangue versato da Michele Scarponi non è bastato. Altri due ciclisti hanno pagato con la vita la loro passione. Per chi ama questo sport non c’è stagione più o meno favorevole. Si va sui pedali, anche a 40 gradi. Come ieri mattina a Senigallia. Un caldo infernale. Eppure Sara e Marco, il ciclismo nelle vene, corridori amatoriali del Team Cingolani, volevano farsela in sella la statale Adriatica tra Senigallia e Ancona. Luoghi di turismo, traffico sempre sostenuto. Loro da una parte, sul ciglio della strada, diretti a sud. Mancava poco a mezzogiorno. Sara Ragni, 36 anni e Marco Torcianti, 47, sposati appena otto mesi fa dal sindaco di Polverigi Daniele Carnevali, non hanno avuto neanche il tempo di rendersi conto di cosa stava accadendo. Una Mazda condotta da un 19enne neopatentato, nativo di Milano, ma residente nel Pesarese, avrebbe invaso la corsia opposta a quella che stava percorrendo, da Ancona verso Senigallia. Urto micidiale: i due ciclisti sono stati centrati in pieno dall’auto, innescando una carambola nella quale sono rimaste coinvolte altre due vetture, un’utilitaria Citroen e un suv Peugeot.

Il 19enne, ora indagato per duplice omicidio stradale, aveva ancora la faccia schiacciata dall’airbag gonfiato quando sono arrivati gli agenti della polizia stradale di Senigallia. Hanno avuto loro il compito di coprire con lenzuola bianche i corpi senza vita dei due ciclisti. Una strage infinita per animare una passione grande. Marco Scarponi, fratello dell’indimenticato Michele, l’Aquila di Cantalupo di Filottrano, il campione che incantava le folle al suo passaggio e vincitore del Giro d’Italia nel 2011, sono anni che si batte il petto e si sgola per chiedere che ai ciclisti venga data l’attenzione stradale che meritano.

È da quella tragica mattina d’aprile di sette anni fa, quando il fratello venne travolto ironia della sorte a una manciata di metri da casa, a Filottrano, in sella a una bici, che Marco non si dà pace: "Mi rivolgo a tutti, ma soprattutto agli adulti – dice – per prendere seria coscienza che quando guidano un’automobile guidano un’arma e quindi hanno una grande responsabilità verso loro stessi, ma anche verso le altre persone. Basta poco per uccidere e soprattutto sulla strada non ci sono solo gli automobilisti, ma anche chi va in bici e a piedi. Quindi rallentare, non usare il cellulare, magari non prendere l’auto per brevi tragitti. Tutto contribuisce a salvare vite sulla strada. Siamo tutti coinvolti, nessuno assolto. Siamo tutti attoniti, senza parole di fronte a un’altra tragedia – continua Marco Scarponi che è anche segretario della Fondazione –. Vorrei invitare tutti i ciclisti ad arrabbiarsi, protestare, indignarsi. Dagli amatori ai bambini fino gli anziani, a segnalare tutte le ingiustizie che avvengono sulla strada. C’è bisogno di tutti".

Su Facebook, sulla pagina del Team Cingolani è una profusione di commenti. Cordoglio, ma anche richiesta di verità, di giustizia per i ciclisti. Tantissimi messaggi che racchiudono cordoglio, dolore, rammarico, ma anche rabbia per l’ennesima tragedia che coinvolge ancora due ciclisti. "Erano entrambi tesserati con la nostra società e prendevano parte alle Gran Fondo e ad altre manifestazioni cicloamatoriali. Non abbiamo parole" dice al telefono il presidente del Team Cingolani, Francesco Cingolani, ex ciclista agonista, campione italiano e varie volte convocato in maglia azzurra tra mountain bike e ciclocross.

Il neopatentato è risultato negativo all’alcoltest. Assieme alla sua ragazza è stato portato all’ospedale per accertamenti. In stato di choc completo: è stato ascoltato dagli agenti della polizia stradale che non potranno però servirsi di immagini per ricostruire la dinamica dell’incidente. Le telecamere di un vicino distributore di metano non puntano infatti sulla statale Adriatica. L’incidente è avvenuto in un punto ’vuoto’. Non ci sono abitazioni, solo vegetazione. Non ci sono neanche molti testimoni ad eccezione delle persone coinvolte: i due occupanti la Mazda, padre e figlio minorenne all’interno della Citroen, il conducente della Peugeot. Le vittime non avevano documenti addosso e la loro identificazione è avvenuta sul luogo dell’incidente, quando il telefono di uno dei due ha squillato. Era un amico della coppia al quale ha risposto uno degli agenti della polizia presenti sul posto.