e Carlo Baroni
Uccisa e gettata in una cisterna. Era lì, Flavia Mello Agonigi, 54 anni compiuti quando era già cadavere, lunedì scorso. Si chiude nel peggiore dei modi il giallo della donna scomparsa da Pontedera nel Pisano da 13 giorni; dalla notte fra l’11 e il 12 ottobre quando, lasciata la discoteca Don Carlos di Chiesina Uzzanese, Flavia disse a un’amica: "Ho un appuntamento". Salì sulla sua Opel Mokka grigia e tornò a pochi chilometri da casa. L’uomo che l’aspettava era anche il suo assassino. Si tratta di Emanuele Nannetti, 34 anni, al quale gli inquirenti – agenti del commissariato di Pontedera e della Squadra Mobile di Pisa – sono arrivati passando al setaccio tabulati telefonici e Gps: il ritrovamento della macchina, sparita insieme a Flavia, è stato il pezzo mancante del puzzle.
Poco dopo le 18 di ieri i poliziotti lo hanno fermato e il presunto omicida – da quanto emerso – avrebbe subito confessato il delitto. Compiuto la notte stessa dell’incontro. A casa sua, a Sant’Ermo, minuscolo paesino nella campagna aspra e pungente, dove l’uomo era tornato a vivere da pochi mesi. Qui gli inquirenti hanno trovato Flavia, la donna che cercavano, pare uccisa a coltellate. Poco distante dall’abitazione – cento metri appena – la macchina della donna, regolarmente parcheggiata in piazza della chiesa. Cos’è successo? Cosa è andato storto in quell’incontro? Le risposte arriveranno dall’inchiesta. Una cosa, però, era ormai chiara da giorni, ovvero che proprio nel mondo notturno di Flavia era necessario cercare gli elementi per risolvere il giallo. Flavia, origini brasiliane, ma cittadina italiana, sposata dal 2005 con Emiliano Agonigi, la sera usciva spesso. Andava in discoteca. Di frequente era al Don Carlos dove si faceva chiamare anche Gaia. Un tipo alla moda, la descrivono: elegante, sempre curata, amante degli abiti firmati e del cambio di acconciature, tanto che usava anche le parrucche. Piaceva molto e a molti, Flavia. A dare l’allarme alla forze dell’ordine era stato proprio il marito, quando il 12 ottobre, alle 6 di mattina, non era nel letto ed i suoi due cellulari erano spenti. Il primo pensiero andò ad un incidente stradale, ma di Flavia, negli ospedali, non emerse traccia. Allora scattarono le ricerche condotte per allontanamento volontario. Ma poi col passare delle prime ore ogni evidenza ha condotto gli inquirenti verso altri tragici scenari. Tutto troppo “strano“: i contatti con le sorelle in Brasile che si interrompono bruscamente, nessun movimento sul conto corrente, passaporto a casa. Il marito stesso aveva detto: "Non è un allontanamento volontario". E lo stesso aveva ribadito la nipote Irene: "Penso che si debba trovare un corpo". Flavia sembrava un fantasma. Inghiottita dalla notte. Troppi giorni di ansie e ricerche. Poi la svolta. La confessione di Nannetti, ieri in questura, davanti al pm Giovanni Porpora, ha offerto un primo contesto del delitto. Il resto è dolore e domande ancora insolute.