Roma, 21 marzo 2018 - Lo scherzo delle stelle. Anche se siamo abituati a pensare che l'equinozio di primavera cada sempre il 21 di marzo, nel 2018 - come negli ultimi anni, d'altra parte - abbiamo avuto una sorpresa. Non si tratta (solo) delle temperature decisamente invernali di questi giorni, ma del fatto che la data del primo giorno di primavera è stata anticipata al 20 marzo, con la nuova stagione che è iniziata ieri precisamente alle 17.15 ora italiana. In termini astronomici, gli equinozi (dal Latino 'aequs nox', notte uguale) sono i due 'momenti' della rivoluzione terrestre intorno al Sole, in cui quest'ultimo si trova all'incrocio tra l'equatore celeste e l'eclittica (ovvero il percorso dell'orbita terrestre attorno alla sua stella) e i suoi raggi colpiscono il nostro pianeta perpendicolarmente al suo asse di rotazione. Paroloni a parte, il risultato è semplice: la durata del giorno è pressochè identica a quella della notte. Come accade per i solstizi, anche gli equinozi sono considerati i momenti di passaggio tra una stagione e l'altra nei due emisferi: in quello boreale (il nostro), il 21 di marzo segna l'inizio della primavera e il 21 di settembre introduce l'autunno, viceversa nell'emisfero australe. Quest'anno però non sarà così, e non lo sarà più fino al 2102. Dal 2000, in base a una tabella del National Maritime Museum, l’equinozio si è verificato il 21 marzo solo due volte, nel 2003 e nel 2007. Nel 2044 e nel 2496, invece, dovrebbe addirittura coincidere con il 19 marzo, giorno della festa del papà.
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PERCHE' LA PRIMAVERA INIZIA IL 20 MARZO - Il motivo del fenomeno è in parte scientifico e in parte culturale. Il nostro calendario gregoriano infatti, introdotto da Papa Gregorio XIII nel 1582, stabilisce la durata dell'anno a 365,25 giorni, rendendo necessario aggiungere un giorno al calendario ogni quattro anni (anno bisestile) per evitare un graduale scostamento tra date e stagioni. Nonostante questo 'aggiustamento' quadriennale, e nonostante l'esclusione degli anni 'centenari' non divisibili per 400 da quelli bisestili, la rivoluzione terrestre non viene misurata con esattezza e gli equinozi astrali non corrispondono a date fisse ogni anno. Ecco spiegato il disallineamento tra calendario convenzionale e astronomico che fissa l'equinozio di primavera 2018 il 20 marzo.
Gregorio XIII non riuscì quindi a ovviare, del tutto, all'equinozio anticipato, la cui spiegazione è prettamente scientifica. Secondo il fenomeno astronomico della 'precessione degli equinozi' infatti, l'asse di rotazione terrestre non ha un angolo stabile, ma si sposta di poco ogni anno a causa della forma imperfetta del nostro pianeta e delle forze gravitazionali esercitate dal Sole e dalla Luna. Questo fa in modo che il momento di intersezione tra l'orbita terrestre e l'equatore celeste non avvenga sempre nello stesso istante ma sia anticipato (o posticipato) di qualche minuto ogni anno.
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Che sia il 20 o il 21 poco importa, perché quest'anno c'è una gran voglia di festeggiare l'arrivo della bella stagione e lasciarsi alle spalle il maltempo dei mesi passati. Così ovunque ci si prepara a dare il benvenuto alla primavera con le tradizioni e le usanze più curiose della stagione che tutti i popoli e le culture (dall'antico Egitto al Cristianesimo) riconoscono come momento di rinascita, fertilità e luce. Dalla festa dei colori di Holi, in India, alla 'sakura' giapponese, con la contemplazione dei ciliegi in fiore.
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