Sono 13 i casi sospetti in Italia, registrati in 8 regioni (Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Sicilia, Toscana e Veneto), di epatiti acute di natura non conosciuta. Gli ultimi quattro in ordine di tempo arrivano dal Modenese (uno curato in casa e in via di guarigione; l’altro ricoverato, ma in miglioramento) e da Bergamo (un 11enne che ha subito un trapianto e una bimba di 6 anni, entrambi ricoverati). Solo due dei 13 pazienti sono stati confermati e a due è stato eseguito il trapianto. Prosegue, intanto, il miglioramento per il bambino di Prato ricoverato all’ospedale Bambino Gesù, arrivato in gravi condizioni rischiando un trapianto di fegato che è stato poi scongiurato.
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A fare il quadro sulla situazione nazionale e su quella mondiale è una circolare del ministero della Salute che sollecita la segnalazione di "ogni eventuale caso di epatite acuta" che risponda alla definizione di caso attualmente adottata dall’Oms. Ma il ministero chiede a Regioni e medici, di segnalare anche i pazienti le cui condizioni non sembrano rientrare totalmente nella casistica e di prevedere in ogni caso "la conservazione dei campioni biologici per consentire ogni altro eventuale accertamento ritenuto necessario". Nelle ricerca delle cause, che vede come più probabile un nuovo virus, pare ormai chiaro che il vaccino anti Covid non abbia nessun ruolo. I bambini colpiti infatti non erano vaccinati. Anche una verifica su alimenti e abitudini personali non ha identificato alcuna esposizione comune.
"Le infezioni da Adenovirus – spiega il ministero della Salute – sono comuni e di solito provocano una malattia lieve, con sintomi simili al raffreddore, vomito e diarrea. La maggior parte delle persone infettate da un Adenovirus non presenta complicazioni. Gli Adenovirus non causano comunemente l’epatite, che è una complicazione rara, nota di solito tra gli individui immunocompromessi. Si potrebbe ipotizzare o la comparsa di una nuova variante in circolazione che causi una grave epatite nei bambini, o che una variante comunemente in circolazione stia colpendo soprattutto bambini più piccoli forse immunologicamente non protetti in relazione alla minore circolazione di Adenovirus durante la pandemia COVID-19".
Età: meno di 10 anni, un test negativo per i virus dell’epatite A, B, C, D, E, e valori molto alterati degli enzimi che segnalano una sofferenza del fegato. È l’identikit che deve accendere un campanello d’allarme, perché – se queste caratteristiche si riscontrassero in un paziente arrivato all’attenzione dei medici nel 2022 – ci si potrebbe trovare davanti a un caso confermato di "epatite acuta a eziologia sconosciuta in età pediatrica".