Napoli, 9 ottobre 2019 - "La penso ogni giorno, per me è come se non fosse mai morta. È una presenza che sento reale, un angelo che mi tiene la mano e mi guida".
Carmine Ammirati, 23 anni, è il figlio di Enza Avino, la donna (allora aveva 36 anni) uccisa il 14 settembre 2015 a Terzigno (Napoli) dal fidanzato, Nunzio Annunziata, che non si rassegnava alla fine della relazione. A sua madre, vittima di un femminicidio, il giovane ha dedicato una toccante poesia, letta dall’attore Vincenzo Bocciarelli, premiata nel corso della quinta edizione di 'Women for Women against violence – Premio Camomilla', presentata da Enrica Bonaccorti.
"Non è solo una poesia per mia madre, ma per tutte le vittime di una violenza bestiale e di una prepotenza ingiustificabile. Enza, mia mamma, mi manca ogni giorno, mi manca la sua compagnia, la sua solarità, vorrei raccontarle le cose che faccio. Ho voluto scriverla non solo per tenerla ancora con me, ma anche per far capire che noi orfani siamo le altre vittime di questi assassini".
Dove era lei quel giorno? "E' stato il giorno peggiore della mia vita, ero a casa con mio nonno. Qualcuno ci ha telefonato e siamo corsi sul posto, davanti a una farmacia. C’era sangue per terra, il sangue di mia madre, l’auto coi vetri forati dai proiettili. Quando siamo arrivati in ospedale era già deceduta, era morta in ambulanza".
Sapeva della gelosia del compagno di sua madre? "Certo, e lo sapeva bene anche lei. Gli anni che siamo stati con lui sono stati un inferno. Una gelosia immotivata che costringeva mia madre a furiose litigate. Fino a quando lei non l’ha lasciato".
Sua madre lo aveva denunciato per stalking nel 2012, tre anni prima dell’agguato mortale. "Lui minacciava di uccidermi e lei aveva deciso di ritirare la prima denuncia. Ma lui, quella bestia, aveva continuato nel suo atteggiamento tracotante tanto che mia madre lo aveva denunciato altre 20 volte. Non è bastato".
Per l’assassino, che ha confessato, il pm aveva chiesto l’ergastolo. I giudici di Nola hanno escluso l’aggravante della crudeltà, condannandolo a 30 anni. "È una sentenza ingiusta. Penso che chi si macchia di un femminicidio vada condannato all’ergastolo, non ci devono essere sconti di pena o attenuanti. Invece contro questi violenti, che agiscono con fredda premeditazione, c’è sempre tanta, troppa comprensione".
Sono passati quattro anni, qualcuno l’ha aiutata finora? "Nessuno, tutti scomparsi. Lo Stato assente, non ho mai ricevuto un euro. Si dice sempre che ci sono fondi per gli orfani di femminicidio, ma io non ha mai ottenuto un aiuto. Questo mi turba e imbarazza, sono stato abbandonato".
Cosa fa per vivere? "Sono disoccupato, mi arrangio con lavori saltuari. Frequento una scuola di ballo, do qualche lezione, ma è solo una passione".
La poesia
"Mamma... Immagino ancora le nostre giornate, la mattina erano i tuoi passi e la tua voce a svegliarmi fino al momento che ti avvicinavi al letto e mi davi il bacio del buongiorno... Quel profumo che ancora oggi mi sembra di sentire in casa, e ad accompagnare tutto questo eri tu che cantavi una melodia, una canzone del momento che ti piaceva e a interrompere il tuo cantare era la frase 'Muoviti Carmineeeee' come al solito ero sempre in ritardo... Andando a dormire non mi addormentavo se non mi venivi a dare il bacio della buonanotte, era importante per me, e di lì sul letto incominciavano a raccontarci le cose a vicenda, delle tue esperienze, di quando eri piccola, e io cercavo in ogni cosa sempre di trovare la somiglianza con te, e ci riuscivo sempre. Ed ora invece è rimasto solo il tuo ricordo e il dolore nel mio cuore, certi dolori non passano, a certi dolori ci si abitua e certe volte neanche abituarsi basta. Perdonami mamma, per queste lacrime, e perdonami, mamma, se i tuoi sorrisi e le tue carezze non mi hanno evitato questa tristezza, è che oggi sento più forte il bisogno di abbracciarti e invece, posso star qui soltanto a sognarti"