Lunedì 2 Dicembre 2024
NINO FEMIANI
Cronaca

Enna, ragazza 15enne esce da scuola e si suicida. La pista del revenge porn

Il pm ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, le analisi sulle chat dello smartphone. Gli amici: circolavano video e foto osé. “Prima di togliersi la vita aveva litigato con delle compagne”

AMBULANZA-CAMPAGNA

ORRORE IN CASA La ragazzina trovata senza vita dalla madre al rientro dal lavoro Ha usato la corda di una altalena (foto di repertorio)

Roma, 6 novembre 2024 – Il suicidio di una 15enne scuote Piazza Armerina, centro di 20mila abitanti in provincia di Enna, aggrappato alle pendici dei monti Erei. E richiama alla memoria il caso di Tiziana Cantone, 31enne napoletana che si impiccò perché travolta del fango di video intimi in rete. L’adolescente, ritrovata dalla madre nell’orto della casa in campagna, si è tolta la vita con una corda al collo dopo una ruvida discussione avvenuta la mattina con alcune compagne di scuola, che avrebbe spinto la ragazza a lasciare l’istituto poco prima di mezzogiorno e a rifugiarsi in quel luogo appartato dove ha trovato la morte.

Il suo corpo è stato rinvenuto verso le 13.30, quando la madre, rientrando dal lavoro, ha fatto la tragica scoperta e ha tentato, insieme ai sanitari, una rianimazione disperata, purtroppo senza esito. La procura di Enna ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, un procedimento d’ufficio che consentirà ai magistrati di compiere accertamenti sulle ultime ore di vita della studentessa. Tra le ipotesi investigative si affaccia quella, inquietante, del “revenge porn”, termine che tristemente rievoca appunto la vicenda di Tiziana Cantone, giovane donna spinta al suicidio dalla diffusione non consensuale di video intimi. Nel caso di Piazza Armerina, sebbene non vi siano conferme ufficiali, tra gli amici e compagni di scuola della 15enne circolano voci sulla possibile condivisione di foto intime e forse di un video della ragazza in chat. Sarà necessario attendere gli esiti dell’inchiesta per accertare la natura e la veridicità dei sospetti e verificare i dispositivi informatici della vittima. La magistratura, infatti, ha disposto il sequestro di telefonino e pc della studentessa per esaminare chat e messaggi che potrebbero rivelare un contesto di sofferenza psicologica, episodi di bullismo o diffamazione.

Anche il recente trasferimento della famiglia da Milano, avvenuto solo pochi mesi fa, è un elemento che potrebbe aver contribuito a far aumentare la fragilità della giovane, inseritasi da poco nel nuovo ambiente scolastico e sociale. Se l’ipotesi del revenge porn fosse confermata, ci troveremmo di fronte a un ennesimo esempio di come il web, anziché essere un luogo di condivisione di idee, possa trasformarsi in uno strumento di abuso. “Era sempre solare”, hanno raccontato alla polizia i compagni del liceo. “Non aveva mai espresso alcun disagio”, conferma la dirigente scolastica. Ma qualcuno tra i suoi amici parla apertamente di una grave situazione di angoscia vissuta dalla ragazzina nell’ultimo periodo, probabilmente a causa della diffusione delle immagini sul web.