Sabato 21 Dicembre 2024
GIOVANNI PANETTIERE
Cronaca

Cosa dice l’ultima enciclica ‘Dilexit nos’ di papa Francesco

È stata pubblicata oggi. Un documento dal respiro spirituale per rilanciare l’umanità nelle relazioni in un mondo perso nella trappola della violenza, dell’indifferenza, del consumismo e del razionalismo

Papa Francesco, 87 anni, ha scritto quattro encicliche dall'inizio del suo pontificato

Papa Francesco, 87 anni, ha scritto quattro encicliche dall'inizio del suo pontificato

Roma, 24 ottobre 2024 – Un appello al mondo a riscoprire il dominio del cuore, a farsi dirigere nel proprio agire dall’amore e dal senso di umanità smarriti in un’epoca persa nelle meccaniche del consumismo, della superficialità e del razionalismo. S’intitola Dilexit nos (’Ci ha amati’), cinque capitoli per 220 paragrafi, la quarta enciclica scritta da papa Francesco pubblicata oggi. Annunciato al termine dell’udienza generale dello scorso 5 giugno, il documento si concentra sul mistero del cuore umano e divino di Gesù, che tanto ha animato la riflessione dei Pontefici, da Leone XIII a Benedetto XVI, passando per Pio XII e Giovanni Paolo II, per tradursi in indicazioni spirituali tese a rilanciare il primato dell’amore e la natura fraterna delle nostre relazioni.

“Per esprimere l’amore di Gesù si usa spesso il simbolo del cuore – scrive Bergoglio –. Alcuni si domandano se esso abbia un significato tuttora valido. Ma quando siamo tentati di navigare in superficie, di vivere di corsa senza sapere alla fine perché, di diventare consumisti insaziabili e schiavi degli ingranaggi di un mercato a cui non interessa il senso della nostra esistenza, abbiamo bisogno di recuperare l’importanza del cuore“. Indifferenza, lotte di potere, violenza e guerre sono i segni palesi di una tensione globale che, nell’era dell’intelligenza artificiale, evidenzia sempre più come “per salvare l’umano sono necessari la poesia e l’amore“. Che si esprimono in gesti ordinari e straordinari della vita quotidiana a cui il Papa attinge con rinnovata efficacia per la sua pedagogia della prossimità e della dedizione fuori dalle logiche individualiste.  “Ciò che nessun algoritmo potrà mai albergare sarà, ad esempio, quel momento dell'infanzia che si ricorda con tenerezza e che, malgrado il passare degli anni, continua a succedere in ogni angolo del pianeta – si legge nell’enciclica -. Penso all'uso della forchetta per sigillare i bordi di quei panzerotti fatti in casa con le nostre mamme o nonne. È quel momento di apprendistato culinario, a metà strada tra il gioco e l'età adulta, in cui si assume la responsabilità del lavoro per aiutare l'altro”. L’amore, il cuore anche e soprattutto quello derivante da un cristianesimo che spesso “ha dimenticato la tenerezza della fede, la gioia della dedizione al servizio“ e che è chiamato a farsi missione per condurre l’uomo all’incontro con Dio.

Dilexit nos non è quindi un’enciclica sociale, come le ultime due di Francesco, Laudato si’ e Fratelli tutti, ispirate entrambe ad un’ecologia integrale che sappia coniugare la tutela del pianeta con la promozione della persona. Si presenta piuttosto come un documento spirituale più affine alla Lumen fidei che il Papa scrisse a quattro mani con il predecessore Benedetto XVI. A suo modo, è “una chiave di lettura dell’intero magistero“ bergogliano, come suggerisce l’arcivescovo Bruno Forte alla presentazione del testo. O ancora, “un compendio di quello che papa Francesco ha voluto e vuole dire a ogni fratello o sorella in umanità: Dio ti ama e te lo ha mostrato nella maniera più luminosa nella vicenda di Gesù di Nazareth”.