Mercoledì 15 Gennaio 2025
NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Emergenza stupri a Bologna, sette episodi in due mesi. Dossier sul tavolo del sindaco: "Fermeremo ogni violenza"

Metà delle vittime è minorenne. L’ultima aggressione su una ragazzina di 13 anni, due giorni prima una 15enne palpeggiata su un bus tra l’indifferenza dei passeggeri

Emergenza stupri a Bologna

Nella libera e progressista Bologna, le ragazze, le donne e le bambine si devono guardare le spalle quando rincasano da sole. Non è percezione. Non lo è, se l’ultimo episodio emerso alle cronache parla di una ragazzina di appena 13 anni, abusata mentre torna a casa sua. Non è percezione, quando una quindicenne, sul bus dopo la scuola, viene palpeggiata da due coetanei tunisini, mentre nessuno degli altri passeggeri fa niente. Non lo è, se una ventenne semi incosciente viene buttata, come un sacco, una cosa da niente, sotto a un portico della zona universitaria e stuprata. Tutto questo è avvenuto nell’arco di appena 10 giorni. E dimostra come a Bologna il problema delle violenze sessuali, in strada come tra le mura domestiche, sia un’emergenza da affrontare con ogni strumento possibile.

L’ultima storia che tocca raccontare parla di una adolescente, poco più che una bambina. La sera del primo novembre, scesa dal bus nei pressi di casa sua, in zona Barca, a 13 anni è stata afferrata da un uomo, poi descritto come centrafricano, che l’ha toccata, spogliata e, nel buio della strada, ha tentato di stuprarla. Ma lei, malgrado lo spavento e la giovanissima età, ha reagito: ha lottato, è riuscita a divincolarsi. Ed è scappata via. A casa, dalla sorella, a cui ha raccontato l’incubo. La ragazza ha poi chiamato la polizia. E adesso ci sono indagini della Squadra mobile, mantenute nel più stretto riserbo, per individuare il bruto.

Sono invece stati arrestati dai carabinieri di Medicina i due minori stranieri non accompagnati autori degli abusi su una coetanea in bus: "Ho cercato, nonostante la paura, di chiedere aiuto agli altri passeggeri, ma nessuno mi ha prestato soccorso e l’autista era troppo lontano", ha raccontato sotto choc l’adolescente.

Anche lo stupratore della zona universitaria, un gambiano di 25 anni, è stato preso dalla polizia, mentre era ancora sopra alla sua preda. E andando indietro nel tempo, ma non troppo, solo fino ai primi di settembre, ecco altri quattro episodi: due tentati stupri, in via delle Belle Arti e via Ghirardacci, con autori quattro minorenni tunisini, non accompagnati, ospiti di comunità, arrestati da carabinieri e polizia; un’altra quindicenne, aggredita da un quarantacinquenne in pieno giorno alla fermata del bus in piazza XX Settembre; una clochard violentata sotto ai portici in zona stazione da un richiedente asilo marocchino di 22 anni.

Un elenco dell’orrore, che a raccontarlo così, come una fredda casistica, sminuisce la sofferenza, il dolore, lo choc che simili violenze lasciano nella carne. Ma se una risposta repressiva c’è stata per tutti i casi (eccetto la violenza sulla tredicenne), questo non diminuisce la portata drammatica del fenomeno, l’impatto che ha questa tensione sulla vita delle bolognesi. Anche il sindaco Matteo Lepore, che incontrerà gli universitari per affrontare il tema della sicurezza, è entrato nel dibattito, rispondendo a un reel su Instagram del Carlino a una lettrice, che chiedeva alle istituzioni risposte: "Il tema mi sta molto a cuore – le sue parole –. Dobbiamo fermare ogni violenza". La sua vice Emily Clancy ha annunciato un questionario da somministrare alle donne per ‘geolocalizzare’ i luoghi della paura.

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