Roma, 10 ottobre 2023 - È di questi giorni la notizia sui giornali della riapertura del caso Orlandi da parte del Vaticano. Una vicenda mai chiarita fino in fondo quella della scomparsa nel nulla di una ragazza di 15 anni, Emanuela Orlandi, figlia di un dipendente vaticano, il 22 giugno 1983. Tuttavia, il rappresentante legale della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, oggi ha fatto sapere di non aver ancora "ricevuto alcuna comunicazione formale dal Vaticano". "Proprio per questo ho preparato una istanza formale che presenterò domani in Vaticano - ha detto l'avvocato -, in cui chiedo informazioni dettagliate sull'apertura di queste indagini e un incontro con il promotore di giustizia per avere uno scambio quanto prima".
Sulla questione, oggi è intervenuto anche il senatore e leader del Terzo Polo, Carlo Calenda. "Trovo molto positivo e responsabile da parte del Vaticano di aver deciso finalmente - e spero definitivamente - di chiarire il proprio ruolo nella vicenda Orlandi", ha detto. "È del tutto evidente che il Vaticano sa se Emanuela Orlandi è viva o morta. E, se è morta, dov'è sepolta e cosa le è successo. Questa storia va chiarita. Lo deve fare il Vaticano ma lo deve fare anche, con coraggio, la magistratura italiana riaprendo un'inchiesta, chiusa da Pignatone".
"Siccome la chiusura di quell'inchiesta, secondo me, non aveva alcun elemento per essere fatta - ha ribadito Calenda - andrebbe riaperta un'inchiesta della magistratura italiana. Noi non possiamo accettare che il Vaticano faccia finta di niente e continui a fare il muro di gomma". "Noi continueremo a insistere a livello parlamentare che si faccia una commissione di inchiesta, non solo per l'importanza del caso Orlandi ma perché tira in ballo il rapporto di sudditanza che spesso c'è tra lo Stato italiano e il Vaticano", ha aggiunto il senatore. "Bisogna vedere se i politici italiani hanno sufficientemente coraggio di fare quello che devono, non avendo paura di irritare" la Chiesa. "Il Vaticano ha un importante magistero spirituale che tutti rispettiamo - ha sottolineato - ma questo non ha nulla a che fare con il caso".