Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Emanuela Orlandi e i sospetti sullo zio Il Vaticano si smarca: nessuna violazione

Emanuela Orlandi e i sospetti sullo zio  Il Vaticano si smarca: nessuna violazione

Emanuela Orlandi e i sospetti sullo zio Il Vaticano si smarca: nessuna violazione

"Tutta la documentazione sul caso Orlandi è stata consegnata all’Italia il 19 aprile scorso". Dopo le rivelazioni sul coinvolgimento dello zio di Emanuela Orlandi nel caso della scomparsa della giovane e dall’accesa conferenza stampa della famiglia, con neanche troppo velate accuse al Vaticano, arriva dalla Santa Sede la replica a quanto sta tenendo banco in questi giorni. Attraverso una nota del direttore della sala stampa, Matteo Bruni, il Vaticano rivela di aver dato alla Procura di Roma tutti i documenti sul caso Orlandi già ad aprile, provando così a smarcarsi di fatto dalle accuse della famiglia della ragazza che, dietro alle novità sul caso andate in onda in un servizio su La7, non esita a vederci lo zampino del Vaticano. "In merito alle notizie che coinvolgono un parente di Emanuela – spiega Bruni nel comunicato –, si rileva che la corrispondenza in questione indica espressamente che non vi è stata alcuna violazione del sigillo sacramentale della Confessione", così come sostenuto ieri dal fratello di Emanuela, Pietro Orlandi.

Nessun sacerdote o prelato avrebbe dunque rivelato ai media notizie protette dal sacramento. Infine la Santa Sede ribadisce ancora una volta di condividere "il desiderio della famiglia di arrivare alla verità sui fatti e, a tale fine, auspica che tutte le ipotesi di indagine siano esplorate". Un auspicio sul quale la famiglia Orlandi si batte da anni, invitando la magistratura a non tralasciare alcuna pista, in particolare quella che porta verso via della Conciliazione.

Quanto emerso in questi giorni, con le presunte avance dello zio di Emanuela nei confronti della sorella Natalina, viene considerata una "carognata" da parte della famiglia, convinta che si voglia solo spostare l’attenzione dal Vaticano. "È stata fatta vera macelleria, la dignità umana è stata davvero calpestata", ha ribattuto l’avvocata, Laura Sgrò. È la stessa Natalina, poi, a raccontare delle "piccole avance verbali" avvenute nel 1978, cinque anni prima della scomparsa di Emanuela. Allora – dice – ne parlò con il suo fidanzato e in confessione col padre spirituale della famiglia, successivamente diventato vescovo in Colombia. Dopo il caso della sorella, raccontò ai carabinieri di quanto avvenuto. "Per me era ormai nel dimenticatoio, ma ho raccontato tutto – le sue parole –. Era stato uno scivolone di un cinquantenne, che io non giudico bene, con una ventunenne, ma tutto era finito lì". Oggi, invece, quel caso è tornato di nuovo di attualità, tanto da far ribattere il Vaticano stesso, proprio mentre si discute dell’istituzione della commissione parlamentare d’inchiesta.