Roma, 5 dicembre 2022 - Un nuovo scoop sul caso Emanuela Orlandi sarebbe prossimo a uscire. Si tratta di un "audio sconvolgente" - così lo definisce Il Giornale, che lo ha ascoltato in anteprima - che potrebbe gettare una nuova luce sulla vicenda della cittadina del Vaticano scomparsa nel 1983 in circostanze mai del tutto chiarite. Una registrazione 'rubata' da Alessandro Ambrosini, autore del blog d'inchiesta Notte Criminale, a un uomo vicino a Renatino De Pedis, boss della banda della Magliana, che ormai si sa aver avuto un ruolo nel rapimento dell'allora 15enne. Il giornalista dovrebbe pubblicarla nei prossimi giorni.
Emanuela Orlandi, "Vaticano riapre il caso. Nuove indagini al via"
"Dell'esistenza di questa intervista si sapeva già, ma erano in pochi ad averla ascoltata", scrive Gianluca Zanella sul Giornale, precisando: "Chiamarla intervista è inappropriato", perché appunto si tratta di un audio registrato di nascosto in un luogo pubblico. "Sebbene le affermazioni registrate in questo audio siano da prendere con le pinze - scrive Zanella - il contenuto delle stesse è sconvolgente".
La registrazione risale al 2009. A parlare è un anonimo, che viene descritto come un socio di Enrico De Pedis, detto 'Renatino', il boss morto nel 1990 che poi si scoprì sepolto nella basilica di Sant'Apollinare dentro un sarcofago di marmo bianco e argento, a pochi metri dal luogo in cui fu rapita Emanuela. Secondo le dichiarazioni dell'ex compagna di De Pedis, Sabrina Mainardi, più volte ascoltata dagli inquirenti, fu Renatino insieme ad altri della banda, a sequestrare la Orlandi, per fare un favore al monsignor Marcinkus, allora capo dello Ior, la Banca vaticana.
Delle dichiarazioni della Mainardi parla l'anonimo testimone, che nell'audio in questione, punterebbe il dito contro esponenti del Vaticano, facendo nomi e cognomi. "Sull'attendibilità della fonte non abbiamo la possibilità di mettere la mano sul fuoco - scrive Zanella - ma l'autore della registrazione, Alessandro Ambrosini, si è detto disposto a rivelarne l'identità qualora fosse l'autorità giudiziaria a chiederglielo".
Ma perché Ambrosini rende pubblico solo adesso questo documento, a distanza di 13 anni? Il giornalista promette di spiegarlo a breve in un video, contestualmente alla pubblicazione dell'audio.
Non resta che attendere, per capire se siamo di fronte a un tassello importante nella ricerca della verità o se si tratti dei una pista senza sbocco oppure ancora di un depistaggio. L'ennesimo di cui è costellata questa dolorosa vicenda.