Domenica 9 Marzo 2025
REDAZIONE CRONACA

La saga dei Rovagnati, la famiglia del prosciutto: da Mike Bongiorno all’incidente in elicottero

Morto Lorenzo Rovagnati, che si trovava a bordo del velivolo. L’azienda di Biassono, in Brianza, ha conosciuto il boom nel 1991 con una televendita durante ‘La ruota della Fortuna’, su Canale 5. Da quel momento è stata una continua crescita

La saga dei Rovagnati, la famiglia del prosciutto: da Mike Bongiorno all’incidente in elicottero

Biassono (Monza), 5 febbraio 2025 – C’è anche un membro della famiglia Rovagnati tra le tre vittime che erano a bordo dell'elicottero caduto intorno alle 19.20 a Castel Guelfo, frazione di Noceto, in provincia di Parma, vicino alla via Emilia. Si tratta di Lorenzo, uno dei due fratelli eredi dell'azienda famosa in tutto il mondo. A bordo del velivolo con lui c’erano i due piloti.

Lorenzo aveva 41 anni ed era fratello minore di Ferruccio (44 anni). Era amministratore delegato dell’azienda (qui l’articolo di ritratto). Qualche anno fa il suo matrimonio riempì le pagine dei giornali: nozze principesche con Federica Sironi nella chiesa dei Santi Gervaso e Protaso, a Macherio. La coppia ha due figli e, stando a Fabio Fecci, sindaco di Noceto, era in attesa del terzo.

Dopo la scomparsa di Paolo, l’azienda è guidata dalla moglie Claudia con i figli Lorenzo (a sinistra) e Ferruccio ( a destra)
Dopo la scomparsa di Paolo, l’azienda è guidata dalla moglie Claudia con i figli Lorenzo (a sinistra) e Ferruccio ( a destra)

Ogni lunedì Lorenzo era solito andare in azienda ad assaggiare i prosciutti, mentre raggiungeva il castello di famiglia quasi tutti i mercoledì, partendo in elicottero dalla sua casa nel Milanese. “Sia Paolo che Lorenzo – ha detto Fecci all’Adnkronos - hanno sempre dimostrato un'umiltà e una disponibilità davvero impressionanti. Sono imprenditori conosciuti in tutto il mondo, ma non hanno mai perso la gentilezza e la disponibilità”.

SCATTIDELGIORNO
L'elicottero caduto nel Parmense e precipitato all'interno della proprietà del castello di Castelguelfo, maniero medievale lungo la via Emilia, nel territorio del comune di Noceto

Gennaio 1991, la televendita di Mike 

Sono circa le 19, minuto più minuto meno, del 13 gennaio 1991. Mike Bongiorno conduce “La Ruota della Fortuna” su Canale Cinque. A metà trasmissione c’è la televendita con lo sponsor: Rovagnati. Mike parla una decina di minuti magnificando il prosciutto cotto GranBiscotto come solo lui sa fare e il giorno dopo migliaia di massaie vanno dal salumiere di fiducia a chiedere il GranBiscotto. I negozianti “più fortunati” ce l’hanno. Gli altri si attaccano al telefono e chiamano la Rovagnati per ordinarlo. Tanti, talmente tanti che l’azienda fa fatica a soddisfare le richieste.

Il boom in salumeria

È Boom. Da lì è una continua crescita per un’azienda che ha chiuso il 2017 con un fatturato di 250 milioni di euro, il 95% realizzato in Italia e il 5% all’estero e quest’anno già registra una crescita del 3%. Rovagnati ha oltre mille dipendenti, 6 stabilimenti produttivi, 4 filiali estere in Belgio, Francia, Stati Uniti e Germania. Rovagnati ha fatto diventare il prosciutto cotto da “anonimo” a riconoscibile con un marchio: GranBiscotto. Ciò ha fatto, anche grazie alla felice intuizione del binomio pubblicitario con Mike Bongiorno, la fortuna dell’azienda.

Eccellere sempre

Oggi basta?

Oggi la riconoscibilità del prodotto è una condizione necessaria ma non sufficiente per avere successo. Per un prosciutto di qualità occorre eccellere a livello di gusto, di costanza all’assaggio, di estetiche, di perfezione nei minimi particolari. Solo per citarne alcune caratteristiche il GranBiscotto si caratterizza per una selezione accurata delle carni, per una lavorazione quasi artigianale che cura persino la quantità di grasso di copertura delle proprie cosce e per la lenta cottura. Il GranBiscotto è forse l’unico prosciutto cotto che viene ancora “stagionato” prima di essere portato al consumo. Negli ultimi anni si sono moltiplicate iniziative commerciali con bistrot monomarca e prodotti nuovi.

Dopo la scomparsa di Paolo, l’azienda è guidata dalla moglie Claudia con i figli Lorenzo (a destra) e Ferruccio ( a sinistra)
Dopo la scomparsa di Paolo, l’azienda è guidata dalla moglie Claudia con i figli Lorenzo (a destra) e Ferruccio ( a sinistra)

L’innovazione è parte del Dna

Come rispondono i clienti?

L’innovazione è parte del Dna di Rovagnati: fare le cose bene e farle in modo diverso da tutti gli altri è un mantra in azienda. Basti pensare al lancio della linea Borgo Rovagnati, una raccolta di eccellenze locali e salumi unici prodotti con carni esclusivamente italiane. Oppure al lancio della esclusiva linea Naturals Rovagnati che racchiude in sé tutti i principi della qualità responsabile a cui la nostra azienda sta dedicando risorse ed energie: “buono, sano e giusto” è il motto che guida oggi l’innovazione all’interno di Rovagnati. Diverso il discorso dei nostri Bistrot monomarca, qui sentivamo l’esigenza di arrivare a diretto contatto con le persone che amano i salumi Rovagnati e che godono del piacere di un tagliere con tutte le eccellenze dell’azienda, o di una semplice michetta al GranBiscotto, per la quale abbiamo ottenuto l’importante riconoscimento della certificazione dell’Accademia del Panino Italiano. Ogni giorno abbiamo centinaia di clienti nei due attuali negozi di Milano che ci danno dei riscontri positivi e immediati sui prodotti e sui piatti offerti.

Azienda a conduzione familiare

Un’azienda che resta a conduzione familiare (oggi, dopo la scomparsa di Paolo, è guidata dalla moglie Claudia con i figli Lorenzo e Ferruccio). Una caratteristica importante? 

Una caratteristica fondamentale. L’essere un’azienda a conduzione familiare ci permette di avere dei valori chiari.

Strategie commerciali per il futuro?

Si continuerà a seguire le linee guida storiche dell’azienda: capillarità distributiva, presidio del territorio e innovazione di prodotto. Quello che contraddistingue la nostra azienda rispetto a tutti gli altri competitors in Italia è proprio la grande forza distributiva che ci permette di raggiungere le migliaia di negozi sparsi in tutto il Paese: da Bolzano a Lampedusa. Ma abbiamo anche cominciato a portare all’estero la nostra italianità. 

Il settore alimentare in Italia

Come è cambiato e come pensate cambierà il settore alimentare (una delle nostre eccellenze) in Italia?

Il cambiamento più significativo è legato alla migliorata competenza e capacità di raccogliere informazioni da parte dei consumatori. Siamo tutti diventati degli chef stellati, che apprezzano la qualità più della quantità. Questo ha un impatto notevole sull’intero settore alimentare italiano perché da un lato ne favorisce l’apprezzamento e lo sviluppo internazionale, dall’altro ci costringe a essere trasparenti e focalizzati sul continuo miglioramento e sulla capacità di raccontare tutto quello che facciamo. Da qualche tempo oramai non basta più fare dei buoni prodotti, occorre farli in modo sostenibile, consapevole e soprattutto in grado di rispondere alle singole esigenze e ai nuovi bisogni che i clienti di tutto il mondo ci richiedono: per questo oggi la nostra visione di Buono-Sano-Giusto rappresenta il miglior viatico per affrontare il futuro.