
I carabinieri hanno contestato la mancanza di autorizzazione all’atterraggio
Odolo (Bescia) – Quando i carabinieri di Riva Del Garda, di pattuglia nelle stazioni sciistiche per garantire a tutti giornate sicure sulla neve, hanno assistito alla scena, sono rimasti di stucco. Giovedì mattina - era il 10 aprile - un elicottero si è stagliato nel cielo in cima alle piste del Grostè, nel comprensorio di Madonna di Campiglio, Dolomiti del Brenta, in una giornata illuminata dal sole. Ha sorvegliato con circospezione la zona, ha individuato un’area semipianeggiante fuoripista, è atterrato con gran movimento di pale e aria e ha posteggiato. A tutta prima i militari hanno pensato si trattasse di un mezzo di soccorso, invece dal velivolo poco dopo hanno visto scendere un uomo che si è infilato gli scarponi e gli sci e poi ha affrontato la discesa con nonchalance, come se fosse appena approdato lassù con una qualunque seggiovia.
Le forze dell’ordine lo hanno seguito, lo hanno raggiunto e lo hanno identificato: si tratta di Giorgio Oliva, 65 anni, imprenditore di Odolo, titolare della Olifer. Alla richiesta di esibire un’autorizzazione per l’atterraggio, l’industriale ha candidamente ammesso di esserne sprovvisto, inconsapevole, pare, che l’atterraggio in quota, sopra i 1.600 metri, in Trentino Alto Adige fosse una manovra vietata.
Il divieto comunque vale anche in Lombardia: l’atterraggio a ridosso delle piste è ammesso solo per l’elisoccorso, i privati sono obbligati ad atterrare in aree apposite. Risultato: Oliva si è preso una multa da duemila euro. In forma ridotta, se pagata entro tre giorni, perché in realtà la sanzione ammonterebbe a seimila euro.
Grande passione per lo sci, pilota esperto con molte ore di volo alle spalle, l’industriale era già balzato agli onori delle cronache nel 2020, quando rimase coinvolto in un tragico incidente d’aria sui monti di Cervinia. Il 25 ottobre di cinque anni fa, Oliva pilotava un elicottero Robinson R44. Era con l’amico e collega Alfredo Buda, manager di 59 anni, di Odolo. I due erano andati a sciare insieme in Val d’Aosta quando, durante il viaggio di ritorno a Brescia, in Vallesabbia, il velivolo si schiantò su un massiccio del monte Rosa.
Dopo tre ore di ricerche, complicate dalla difficoltà dei luoghi e dall’assenza di visibilità, i resti dell’elicottero scomparso dai radar furono rintracciati. Buda fu trovato privo di vita. Oliva invece era ferito, ma vivo. Finì in Rianimazione a Berna, ma si salvò. Per quella vicenda il titolare della Olifer affrontò un processo. Accusato di omicidio colposo, patteggiò una pena di otto mesi. Stando a una perizia disposta durante le indagini, quel giorno non c’erano le condizioni di sicurezza adatte per mettersi in volo: in quota c’era troppa nebbia. Per la procura dunque Oliva avrebbe tenuto un comportamento incauto.