Roma, 20 novembre 2023 – "Prima di tutto il mio pensiero va alla famiglia di Giulia, al dolore che sta vivendo e alla forza composta e tenace che hanno dimostrato in questi giorni. È un dolore che ha coinvolto tutto il Paese e lo sta rendendo consapevole che è ora di cambiare le cose. È bene che le forze politiche si stiano unendo e vogliano continuare l’impegno in questa direzione". La deputata Elena Bonetti, ministra delle Pari opportunità nel governo Draghi, oggi presidente di Popolari Europeisti Riformatori, auspica la velocizzazione dell’iter della legge sulla violenza contro le donne anche al Senato dopo l’ok all’unanimità alla Camera.
Che cosa cambierà con questa legge?
"Il nostro Paese ha la possibilità di aumentare la protezione delle donne vittime di violenza e per i loro figli, ma anche quella di intervenire con forza quando si commettono i reati-sentinella, quelli che di solito precedono i femminicidi. È un testo di legge che ha già il più ampio consenso, perché lo avevamo scritto durante il governo Draghi e la presidente Meloni lo ha di fatto sposato".
Nel dettaglio che cosa prevede?
"In particolare c’è la possibilità di intervenire con misure coercitive prima della manifestazione della violenza. Si rafforza l’ammonimento del questore e con questa legge il braccialetto elettronico verrà usato in modo preventivo, ovvero quando si ravvisa un pericolo per la donna. C’è anche la custodia cautelare in caso di rimozione del dispositivo. E poi c’è una norma sulla vigilanza dinamica, che proteggerà le donne vittime di violenza quando ritenuta necessaria. La legge prevede inoltre misure di allontanamento dell’uomo violento dalla casa di famiglia, insieme all’arresto in flagranza differita".
E per la prevenzione che cosa manca?
"Bisogna applicare tutta la Strategia nazionale contro la violenza di genere, a partire dall’educazione al rispetto e alla parità di genere nelle scuole e nelle università. È una cosa molto buona che la presidente Meloni voglia impegnarsi su questo con una campagna nelle scuole. Ci vuole anche una formazione specifica per gli operatori che agiscono nel contrasto alla violenza. Non solo poliziotti e magistrati, ma anche insegnanti, educatori, medici e infermieri. E bisogna saper riconoscere i segnali di una violenza anche psicologica, non solo fisica".
Lei ha anche parlato di rafforzare l’empowerment delle donne.
"È vero, troppe donne non sono oggi nelle condizioni di denunciare la violenza che subiscono perché non autonome economicamente. Per questo negli anni al governo abbiamo introdotto il Reddito di libertà. L’empowerment delle donne è la libertà di realizzare i propri sogni e progetti di vita. Quelli che a Giulia sono stati negati. Anche per lei dobbiamo reagire insieme".
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