Roma, 14 maggio 2019 - Continuano le polemiche, politiche e non, sul gesto dell'elemosiniere del Papa, monsignor Krajweski, che due giorni fa è intervenuto personalmente nel palazzo Spin Time di Roma, occupato da centinaia di persone, per riallacciare la luce, staccata per morosità. Vogliono gettare acqua sul fuoco le parole del segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin, che oggi difende l'operato di Krajweski, diventato suo malgrado per alcuni il cardinale "che aiuta gli abusivi".
"Credo che lo sforzo dovrebbe essere quello di capire il senso di questo gesto, che è attirare l'attenzione di tutti su un problema reale, che coinvolge persone, bambini, anziani", spiega Parolin a margine di un convegno all'università Cattolica di Milano. "Attirare l'attenzione di tutti su un problema reale, che coinvolge persone, bambini, anziani e cercare insieme di risolverlo".
E l'intento in parte è riuscito. "Nel senso che anche le istituzioni si sono attivate". C'è dunque "positività" in un'azione che va contro la legge. "Una buona intenzione", che la legittima.
Parolin ha una risposta pronta anche per Matteo Salvini che ieri ha invitato il Vaticano a pagare "le bollette degli italiani in difficoltà". "La Chiesa lo fa già, aiutiamo tutti", ha detto il cardinale.
Intanto gli occupanti dello stabile di via di Santa Croce in Gerusalemme si stringono intono a "padre Corrado" e si dicono pronti ad autodenunciarsi se l'elemosiniere del Papa dovesse essere querelato. Per il momento è stato inviato in Procura un esposto a carico di ignoti che denuncia il furto di energia alla società Acea, che fornisce il servizio.
Nel palazzo, ex Inpdap, da anni vivono 450 persone, tra cui 98 bambini. Vengono da 18 paesi diversi, ma molti di loro sono italiani. A Salvini, che ha invitato provocatoriamente Krajweski a saldare di tasca sua gli arretrati dello Spin Time, rispondono: "Pagheremo le bollette a rate, come la Lega"