Firenze, 15 dicembre 2022 - L'edera velenosa (Toxicodendron radicans) cresce anche in Italia. La specie infatti è aliena per il nostro Paese, ed è originaria del Nord America e di alcune parti della Cina, ma ora per la prima volta è stato registrato un caso di naturalizzazione. Una grossa popolazione completamente spontaneizzata è stata trovata in località Sassi Neri a Impruneta (Firenze) grazie ai ricercatori di Giovanni Astuti, Francesco Roma-Marzio e Roberta Vangelisti.
Il team di botanici dell'Orto e Museo Botanico dell'Università di Pisa hanno pubblicato un articolo sulla rivista Italian Botanist, organo ufficiale della Società Botanica Italiana, documentando la scoperta. I campioni raccolti sono stati inseriti nell'erbario del Museo botanico pisano. In precedenza di edera velenosa in Italia si erano avute solo due segnalazioni, da definire storiche perché in Trentino-Alto Adige nel 1893 e nel 1930, e si sa che sfuggì alla coltivazione.
Dermatite da contatto
Il problema è che si tratta di una pianta fortemente tossica, che provoca dermatiti da contatto con effetti spesso di una certa gravità, e in Canada e Usa colpisce ogni anno milioni di persone. E visto che in Italia è sconosciuta ai più (non ha nulla a che vedere con l'edera comune Hedera helix) l'allarme si spiega da solo. Per questo i botanici insistono che le amministrazioni locali informino la popolazione nel nuovo pericolo.
Specie aliena
Il professore Lorenzo Peruzzi, direttore dell'Orto e Museo Botanico dell'Università di Pisa: "Le invasioni biologiche sono oggi uno tra i più rilevanti temi ambientali nella nostra società. Specie aliene animali o vegetali, introdotte consapevolmente o inconsapevolmente dall'uomo in un territorio dove non sarebbero mai giunte con dinamiche naturali, possono causare danni anche gravi alla biodiversità autoctona. In alcuni casi, però, i problemi causati da queste specie possono anche ritorcersi direttamente contro la specie umana. Il ritrovamento dell'edera velenosa a Impruneta è un importante esempio in questo senso, che forse può essere utile per renderci più consapevoli di questi problemi".