Giovedì 14 Novembre 2024
PINO DI BLASIO
Cronaca

"Ecco gli anticorpi per uscire dal tunnel". Covid, Stato scommette su cura made in Siena

Invitalia formerà una società con ’Toscana Life Sciences’ per sviluppare il nuovo farmaco. Già stanziati 50 milioni. A gennaio i test

Rino Rappuoli

Rino Rappuoli

Siena, 15 settembre 2020 - Prima il ministro della Salute Roberto Speranza, rimasto folgorato nella sua visita a Siena in ’Toscana Life Sciences’ dalle potenzialità della terapia antiCovid messa a punto dal laboratorio sugli anticorpi monoclonali, coordinato da Rino Rappuoli. "E’ la nostra speranza di cura - aveva detto il ministro - i dati della ricerca sono interessanti, ci sarà ancora molto da lavorare, molto da verificare, però apriamo una strada per provare ad avere cure certe, sicure, che possano portarci a un risultato positivo rispetto a questa sfida drammatica. Io provo un grande orgoglio per quello che viene fatto qui dai nostri ricercatori e scienziati".

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Ora anche Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus e ad di Invitalia, si converte sulla strada della cura senese ed è pronto a gettare sul tavolo dove si gioca la partita delle terapie e dei vaccini una fiche da 380 milioni di euro. "Sosterremo la ricerca di Reithera di un vaccino promettente - sono le parole di Arcuri - e il lavoro di ’Toscana Life Sciences’, che è leader nello sviluppo degli anticorpi monoclonali".

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Bisognerà trovarle un nome da titolo, un brand più accattivante alla prima cura che potrebbe fermare la pandemia e curare l’infezione. Perché Monoclonal Antibody, anticorpi monoclonali, non accende la fantasia o illumina di speranza la ricerca condotta nei laboratori senesi di Tls. Rivelata da Rino Rappuoli, pioniere mondiale dei vaccini e Chief Scientist di Gsk, in estate anche sulle pagine di Qn. "Entro l’estate del 2021 - aveva detto Rappuoli - potremo cominciare a iniettare gli anticorpi ai primi contagiati e agli operatori sanitari. I test cominceranno a gennaio, siamo già nella prima fase industriale".

La novità più importante ora sono i soldi. Nel decreto agosto ci sono 380 milioni di euro, 80 dei quali subito, per finanziare industrie e ricerche private che siano all’avanguardia nella lotta al Coronavirus. Gli anticorpi di Tls e del team di Rappuoli sono il progetto che avrà la fetta più consistente. I primi 50 milioni arriveranno dopo che la Fondazione ’Toscana Life Sciences’ e Invitalia avranno creato una società per lo sviluppo del farmaco. Sia Arcuri che i vertici di Tls, Fabrizio Landi e Andrea Paolini, con il supporto della Regione Toscana e Fondazione Mps, stanno ultimando i passaggi per creare un veicolo, capace di utilizzare risorse europee, Recovery Fund o Mes, senza incorrere nel rischio di aiuti di Stato.

A cosa serviranno quei milioni? Ad accelerare la fase industriale, perché la ricerca del team di Rappuoli ha già superato la fase di laboratorio e ora è dirottata in quella di stabilimento.

Tra i tre anticorpi più efficaci, selezionati tra migliaia raccolti negli ospedali toscani e allo Spallanzani, ora se ne sceglierà uno. Che sarà trasformato in un farmaco da iniettare, nei laboratori di un’azienda svizzera, e poi clonato industrialmente, prodotto in migliaia di dosi negli stabilimenti Menarini a Pomezia. I milioni del ministero serviranno prima di tutto a produrre queste dosi. Contemporaneamente, forse a inizio gennaio, inizieranno i test clinici sul farmaco antiCovid: prima iniettando gli anticorpi su volontari sani, per dimostrare che non fa male; poi testandolo su operatori sanitari, probabilmente di ospedali toscani e dello Spallanzani, e su un campione di pazienti contagiati dal Covid. Le percentuali di successo possono essere anche più basse di quelle di un potenziale vaccino: siccome il farmaco deve curare pazienti malati, e non difendere i sani dall’attacco del virus, potrebbero rivelarsi promettenti anche percentuali di successo ed efficacia sopra il 50%. Sempre a metà 2021 dovrebbe arrivare l’autorizzazione dell’Aifa e iniziare la produzione su larga scala.

Questo il cronoprogramma della via italiana contro la pandemia. Il Governo e il ministro Speranza hanno aggiunto anche un altro regalo: stanziando 4 milioni di euro per riattivare il blocco 23 nel polo Gsk a Siena. Per trasformare quello stabilimento nell’avamposto italiano per la produzione di farmaci e vaccini contro le emergenze sanitarie. I 4 milioni sono fermi alla Conferenza Stato Regioni, si sbloccheranno a fine settembre.