Cesena, 7 gennaio 2015 - Devono fare rispettare l’obbligo di viaggiare sull’E45 con le gomme termiche ma le loro auto di servizio ne sono sprovviste. Alla Polstrada di Bagno di Romagna masticano amaro nel pieno della stagione invernale (sono ancora vivi gli incubi del ‘nevone’ 2012): gli era appena arrivato in ‘dono’ dal Ministero un fuoristrada Freemont per rinforzare l’inadeguatissimo parco macchine con vetture ‘cariche’ di 200mila km percorsi e senza barre luminose per gli interventi con nebbia e scarsa visibilità. Ma il potente mezzo deve restare in garage perché non sono arrivate le gomme da neve. «Pare che all’Autocentro di Bologna, dal quale dipendiamo, non ci siano i fondi per acquistare le termiche» racconta sconsolato il segretario provinciale del Siulp Forlì-Cesena, Roberto Galeotti.
La Sottosezione di Bagno ha competenza sulla E45 da Ravenna ad Arezzo ed opera fino a mille metri d’altezza. Gli agenti svolgono un compito importante e molto duro con grande impegno e dedizione, ma per cambiare un ‘treno’ di gomme si devono rivolgere alla Prefettura, che a sua volta gira la pratica a Bologna... Un garbuglio di regole gerarchiche e burocratiche che si trasforma in una palla al piede per l’efficienza e l’operatività degli agenti.
La denuncia del sindacato dei poliziotti ripercorre storie vecchie e amare. «Ormai siamo ridotti al lumicino – prosegue Galeotti – Ne succedono di tutti i colori. Recentemente abbiamo segnalato la mancanza di capi di vestiario per il personale della polizia stradale e per tutta risposta da Roma ci hanno inviato una partita di divise... tutte taglie XL! I colleghi si sono dovuti arrangiare facendosi confezionare i pantoloni dal sarto e sistemare dal calzolaio gli stivali ormai usurati. Un episodio fantozziano come quello accaduto al personale della Squadra mobile e agli autisti di questura e prefettura. Dovrebbero avere cento euro all’anno per l’indennità di vestiario, invece gli hanno recapitato abiti civili impolverati, provenienti da chissà quale magazzino ministeriale e chiaramente acquistati anni ed anni fa».
Il sindacato di polizia si appella ancora una volta alle istituzioni affinché intervengano sugli organi centrali dello Stato per risolvere questa situazione. «In un paese che si considera ‘avanzato’ – conclude Galeotti – tutto questo è inconcepibile».