Venerdì 10 Gennaio 2025
REDAZIONE CRONACA

Violenze di Capodanno a Milano, la ragazza belga non è l’unica vittima: la Procura indaga su “molestie collettive”

Si ipotizza il fenomeno di violenza di massa a danni di una donna chiamato, in arabo, “taharrush gamea”. La giovane: “Se la polizia fosse stata più presente si sarebbe potuto evitare”

La folla in piazza Duomo la notte di Capodanno e i 5 amici belgi

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Milano – La ragazza belga che insieme a cinque amici ha denunciato di aver subito violenze fisiche e sessuali la notte di Capodanno in piazza Duomo a Milano non è l’unica vittima. La Procura di Milano avrebbe scoperto che quella sera sono state aggredite altre persone, tanto da ricondurre i fatti a “molestie collettive” messe in atto in segno di disprezzo per le donne.

Gli inquirenti avrebbero citato il fenomeno che in arabo viene chiamato taharrush gamea, definito come un’aggressione sessuale di massa ai danni di una donna, che può anche sfociare nello stupro e che fu utilizzata all’inizio degli anni Duemila dalle forze dell’ordine egiziane come strumento di repressione contro le donne che protestavano al Cairo a piazza Tahrir.

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Venerdì gli investigatori della squadra mobile di Milano si recheranno in Belgio per raccogliere dalla ragazza di Liegi, Laura, le informazioni sul luogo esatto delle presunte aggressioni. La giovane ha spiegato al quotidiano belga SudInfo che lei e gli amici non hanno “presentato denuncia in Italia direttamente perché sul momento non ci rendevamo conto della gravità dei fatti”.

“Visto che avevamo il volo di ritorno l’indomani avevamo solo una giornata per renderci conto di tutto", ha raccontato la giovane alla trasmissione Dritto e Rovescio, su Retequattro. “Eravamo sotto choc e abbiamo passato il primo di gennaio a parlare tra noi per metabolizzare tutto quanto. Non ci è proprio venuto in mente”.

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“Ho deciso io di parlarne, i miei amici mi seguono dietro le quinte – ha aggiunto e siamo tutti insieme ma ci metto io la faccia”. Laura è convinta che quanto è successo si sarebbe potuto evitare “se la polizia fosse stata più presente in piazza perché a mio avviso erano troppo pochi in quel momento. Comunque siamo capitate nel posto sbagliato al momento sbagliato. È andata così”.