Lunedì 2 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Droga (e telefonini) in carcere con i droni a Enna: il tariffario delle consegne

L’indagine della polizia ha portato a 13 ordinanze. Il ruolo delle famiglie dei detenuti e delle mogli

Enna, 30 luglio 2024 – Droga (e telefonini) in carcere con i droni, che recapitavano i plichi proibitissimi sui davanzali delle celle del penitenziario Luigi Bodenza, ad Enna. Cocaina, hashish e cellulari. Ma le indagini alla fine hanno coinvolto mezza Italia. Un’indagine fatta di intercettazioni e appostamenti ma anche di un’attenta conoscenza delle dinamiche carcerarie da parte della polizia penitenziaria.

Droga in carcere con i droni a Enna: 13 ordinanze
Droga in carcere con i droni a Enna: 13 ordinanze

Le indagini della polizia

Il sistema è stato scoperto dalla polizia. E prevedeva un vero e proprio tariffario. Secondo quanto è stato appurato dagli investigatori fino a questo momento, una consegna costava 2.500 euro ma si poteva accedere allo sconto se le consegne erano due, con 3.500 euro.

L’inchiesta ha portato a 13 misure cautelari disposte nei confronti di altrettante persone, 8 delle quali (tra cui un minorenne all’epoca dei fatti) destinatarie della misura della custodia cautelare in carcere, e 2 destinatarie della misura degli arresti domiciliari.

Ad altri 2 indagati è stata applicata la misura dell’obbligo di dimora e nei confronti dell’unico indagato ancora minorenne è stata disposta l’applicazione della misura del collocamento in idonea comunità.

Le accuse 

Tutti sono accusati a vario titolo di traffico, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e di accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti. L’operazione è stata portata a termine dal nucleo investigativo regionale della Polizia penitenziaria di Palermo e quella di Enna, coordinati dal servizio centrale operativo della Polizia di Stato e dal nucleo investigativo centrale della Polizia Penitenziaria ha coinvolto anche le squadre mobili di Catania, Siracusa e Catanzaro.

Il ruolo dei familiari e delle mogli

Fondamentale, come sottolineato in conferenza stampa dalla procuratrice Stefania Leonte, il ruolo dei familiari, e in particolari quello delle mogli dei detenuti, che facevano da ponte tra l’esterno e il carcere. Gli ordini su quantitativi e cellulari venivano impartiti direttamente dai detenuti che poi all’interno del carcere spacciavano la droga, cocaina, e hashish e i telefonini.

L’inizio delle operazioni

Le indagini sono state avviate nel giugno dello scorso anno e in ottobre i poliziotti della sezione antidroga della Squadra Mobile di Enna e del Nucleo Investigativo Regionale hanno arrestato, in flagranza di reato, due catanesi, mentre provavano ad introdurre droga all’interno dell’Istituto penitenziario di Enna con un drone al quale era stata legata una busta di plastica con mezzo kg di hashish e circa 1,5 grammi di cocaina. Quella notte, sono stati sequestrati anche due droni telecomandati e l’autovettura utilizzata dai malviventi. A ottobre del 2022 dentro il carcere ennese era stato arrestato il cappellano Rosario Maria Buccheri mentre consegnava un panetto di hashish ad un detenuto.