Attento, Conte ti guarda. L’ipotesi che i controlli di polizia anti Covid potessero sbarcare nelle abitazioni private era tanto inquietante quanto assolutamente impraticabile e sebbene assai presente nell’ala rigorista del Cdm, è svanita. E' arrivata solo una forte raccomandazione, non un obbligo, a usare le mascherine in casa quando ci sono estranei in visita e a non organizzare feste con oltre sei ospiti tra le mura domestiche.
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È stato lo stesso Conte a spiegare nel vertice con gli Enti Locali che sulle feste in casa nell’esecutivo la riflessione era "ancora in atto" poiché alcuni ministri – Speranza su tutti – volevano vietarle o ridurle ai minimi termini forte del fatto che il 77% dei contagi avvengono in ambito familiare. Alcuni tra i ministri hanno continuato a spingere perché venisse introdotto un divieto vero e proprio, anche in casa. Ma nel faccia a faccia con Regioni ed altri enti locali Conte non ha fatto mistero di come la pensi e ha anche detto che, a suo avviso, l’ipotesi giuridicamente non era di fatto praticabile, dato che è impensabile mandare la polizia e i carabinieri a controllare casa per casa. Serve invece, ha aggiunto il primo ministro "una forte raccomandazione" che dovrà essere accompagnata da una "campagna mediatica" che convinca gli italiani ad autolimitarsi. Cosa che, sia detto per inciso, hanno dimostrato di saper fare benissimo.
Stesso discorso per le mascherine in casa: invito pressante, ma niente obbligo. "Nel Dpcm – ha detto il premier – andremo a inserire la previsione delle mascherine all’aperto che abbiamo già messo in termini generali nel decreto legge. Mentre però è vincolante la norma sulle mascherine all’aperto, inseriremo una forte raccomandazione sulle mascherine all’interno delle abitazioni private in presenze di persone non conviventi. Non riteniamo di introdurre una norma vincolante ma vogliamo dare il messaggio che se si ricevono persone non conviventi anche in casa bisogna usare la mascherina". Del resto, annunciando il dl Covid lo scorso 7 ottobre, il premier spiegava: "Lo Stato non può entrare nelle abitazioni private, lo ritengo un principio sacrosanto". Di conseguenza, il governo raccomanda di evitare le feste casalinghe con più di sei invitati e limitare a 30 invitati, matrimoni, comunioni, cresime e funerali. L’ipotesi del ‘Grande fratello’ aveva agitato l’opposizione, Salvini su tutti. "Non più di sei persone a casa di ciascuno – ha scritto su Twitter il leader della lega –. Perché, sette porta sfortuna? Togliamo la Polizia dalle strade e la trasformiamo in Psico-Polizia per controllare i condominii??? Neanche George Orwell sarebbe arrivato a tanto, siamo alla follia, rileggiamoci ‘1984’. #festeprivate". Con lui anche molti governatori. "Il governo – ha sottolineato in serata il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti – dovrebbe fare un invito generico ad usare la mascherina anche in casa, in presenza di ospiti non conviventi. È evidente che la casa è un bene tutelato e i controlli sono possibili solamente in flagranza di reato o attraverso l’autorizzazione di un giudice, con un mandato. Immagino e mi auguro che il governo si limiterà ad esortazioni di buon comportamento e nulla di più".
Nell’orientamento del governo sulla stretta nelle mura domestiche ha inciso tanto la contrarietà di Conte, di esponenti di Iv come Teresa Bellanova e alcuni Pd quanto la preoccupata attenzione che è stata discretamente fatta filtrare dal Quirinale.