Domenica 22 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Dpcm 18 ottobre 2020, l'ira dei sindaci. De Magistris: "Siamo neri". Gori: "Inapplicabile"

Decaro: "Scaricata su di noi la responsabilità del coprifuoco". Il sindaco di Napoli: "Siamo rimasti con il cerino in mano". Il ministro Boccia sottolinea: "Norma smussata, ma su chiusura quartieri decidono sindaci". Nardella non ci sta: "Non sappiamo con quali modalità dobbiamo chiudere piazze e strade. Norma troppo generica". Appendino: "Chiusure non spettano a noi". Pizzarotti: "Governo chiarisca"

Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell'Anci (Ansa)

Roma, 19 ottobre 2020 - A poche ore dalla firma da parte del premier Giuseppe Conte del nuovo Dpcm sulle misure per il contrasto e il contenimento dell'emergenza Covid-19, scoppia l'ira dei sindaci. Ed è caos tanto che intervengono il ministro Boccia e anche il Viminale.

Tema centrale la possibilità da parte dei primi cittadini (non più menzionati direttamente nella parte in questione del Dpcm, dove la parola sindaci non è presente) di adottare coprifuoco parziali per impedire l'accesso a vie o piazza dove, complice la movida, possono venire a crearsi dei concentramenti di persone.

Bozza e testo definitivo: le differenze

Il passaggio del Dpcm sul coprifuoco
Il passaggio del Dpcm sul coprifuoco

La bozza: "I sindaci dispongono la chiusura al pubblico, dopo le ore 21, di vie o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, fatta salva la possibilità di accesso e deflusso agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private. Il testo definitivo: "Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private".

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I sindaci / De Caro (Bari): "Governo scorretto"

"Il governo ha commesso una grande scorrettezza istituzionale, inserendo nel testo del Dpcm, di cui è stata data notizia ieri sera dal premier Conte, che saranno i sindaci a disporre l'eventuale coprifuoco - attacca Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell'anca -. E' un modo per scaricare la responsabilità del coprifuoco. Per fortuna, alla fine, il Dpcm non è uscito come era stato annunciato".

Decaro prosegue facendo un annuncio: "Le cabine di regia con il governo non servono a niente, noi sindaci non parteciperemo più. Si riuniscono con venti presidenti di Regione, decidono loro e poi a noi scaricano la responsabilità. Ci atterremo, come abbiamo sempre fatto, alle indicazioni che arrivano dal governo". Il presidente dell'Anci ha poi sottolineato nell'intervento a Rainews24: "Ho scritto al prefetto e ci devono dire chi dovrà far rispettare l'ordine pubblico, dato che non è in carico ai sindaci, non è previsto nei decreti che la polizia locale si occupi del contrasto al covid".

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De Magistris (Napoli): "Siamo neri"

Duro anche l'intervento di Luigi De Magistris, sindaco di Napoli: "Noi sindaci siamo neri, abbiamo conversato tutta la notte sulla nostra chat - ha detto De Magistris a Radio Cusano -. Dopo 9 mesi di pandemia ascoltare un premier che scarica la responsabilità su chi sta combattendo a mani nude, l'ho visto come un segno o di scarsa sensibilità o di resa. Conte dice che noi sindaci possiamo chiudere le piazze, le vie, come se avessimo le risorse per farlo. L'effetto delle parole pronunciate dal presidente del Consiglio davanti a milioni di italiane e italiani sarà quello di lasciare ancora una volta i sindaci con il cerino in mano. Lo Stato sceglie, quindi, di puntare il dito per nascondere quello che non si è fatto, in tante parti del Paese, per rafforzare la rete territoriale di sanità pubblica".

Gori (Bergamo): "Inapplicabile"

Su Twitter è poi arrivato il commento di Giorgio Gori, primo cittadino di Bergamo: "Per chiudere una piazza con cinque vie d'accesso servono almeno 10 agenti. Chi li ha? Poi però - dice il Dpdm - bisogna consentire l'accesso agli esercizi commerciali e alle abitazioni. Come si controlla? E se la gente si sposta e si assembra nella via accanto? Inapplicabile". "Nel testo definitivo è stato tolto il riferimento esplicito ai Sindaci che c'era nella bozza, citato da Conte in conferenza stampa - prosegue su Twitter il sindaco Gori -. Ma non si dice a chi competerebbero quelle misure: se ai Sindaci, ai Prefetti, ai Presidenti di Regione. Né con quali mezzi si possano attuare".

Nardella (Firenze): "Norma generica"

"Noi ci prendiamo responsabilità ogni giorno. Il problema di questo Dpcm è che la norma che prevede la chiusura di piazze e strade non indica nulla sulle modalità, sui controlli, sulle responsabilità. Dopo sei mesi di esperienza sul fronte del Covid siamo sorpresi che si introduca una misura così generica", questo l'intervento a 'Omnibus su La7 di Dario Nardella, sindaco di Firenze. "Si dica con chiarezza con quali modalità noi possiamo chiudere piazze e strade, si dica ai prefetti di supportare al massimo i sindaci. Un sindaco da solo non può usare questi strumenti. Ho chiamato subito il prefetto, domani faremo un Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica provinciale perché queste cose non si possono assumere in modo solitario. Non è possibile che quando ci sono da gestire le patate bollenti si chiamano i sindaci, mentre quando c'è da prendersi i meriti i sindaci non ci sono mai. Se lo Stato vuole un coprifuoco faccia un vero coprifuoco, se invece vuole una misura specifica strada per strada non dia genericamente la responsabilità al sindaco, ma dia compiti precisi e gli strumenti per fare le cose: noi non ci tiriamo indietro".

Appendino (Torino): "Chiusura non tocca a noi"

L'onere di chiudere al pubblico strade e piazze "deve essere concertato da tutte le Istituzioni territoriali, con ampie competenze in termini di sicurezza e controllo. Non può in alcun modo essere in capo alle singole Amministrazioni", le parole di Chiara Appendino, che annuncia l'intenzione di confrontarsi "domani stesso col governo in sede di Cosp. La Polizia Municipale non sarebbe in grado di aggiungere ai già numerosissimi compiti anche un controllo così capillare degli spazi pubblici, peraltro in un momento delicato come quello che stiamo vivendo".

Pizzarotti (Parma): "Governo chiarisca"

"Ai sindaci si destinerebbe la responsabilità di vigilare sulla condotta dei cittadini rispetto al nuovo Dpcm ma se mi si chiede di vigilare al tempo stesso mi si devono dare le risorse necessarie per farlo. Questo punto del Dpcm non è per niente chiaro, il governo chiarisca", lo scrive su Facebook Federico Pizzarotti, sindaco di Parma.

Brugnano (Venezia): "Governo parla solo con i suoi sindaci"

"Io ho offerto tutta la collaborazione ma non ho parlato con nessun ministro. Parlano solo con i sindaci della loro parte, delle loro bandiere" lo ha affermato il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. "Stanno facendo - ha aggiunto - una questione di contrapposizione. Sembra quasi che ad affrontare il virus sia una parte politica piuttosto che un'altra". 

Dpcm 18 ottobre: tutte le misure

Il ministro Boccia: "Decidono sindaci"

"Nel Dpcm c'era una norma che richiamava espressamente i sindaci. Quella norma è stata smussata. Decaro lo sa. Se ci sono degli interventi restrittivi li decide il presidente della regione, così in ogni città, se c'è un quartiere da chiudere lo decide il sindaco. Detto questo, se c'è un quartiere da chiudere lo decidono i sindaci e non c'era neanche bisogno di inserirlo nel Dpcm perchè è già così", così Francesco Boccia, ministro per gli affari regionali, è intervenuto a Rainews24. "I sindaci sappiano che lo Stato è al loro fianco 24 ore su 24".

Dpcm 18 ottobre: il testo definitivo in Pdf

Viminale: "Chiusure decise con i prefetti"

"Col nuovo Dpcm lo Stato non abbandona i Comuni né li investe di responsabilità improprie: i primi cittadini, che sono autorità sanitarie locali, saranno ovviamente supportati in tutto dai prefetti, negli appositi Comitati provinciali di ordine pubblico" lo ha detto il Sottosegretario all'Interno con delega agli Enti Locali, Achille Variati. "Laddove si rivelassero condizioni di urgenza, nell'arco di 24 ore si può far anche l'ordinanza di chiusura. Essendo una motivazione di natura sanitaria - ha aggiunto Variati - il Prefetto non ha una capacità di emettere l'ordinanza ma di attuazione di quest'ultima. Il sindaco fa l'ordinanza e lo strumento è il Comtato di ordine e sicurezza pubblica, che supporterà, motiverà e accompagnerà il sindaco sull'opportunità di emettere il provvedimento da lui firmato".