Lunedì 23 Dicembre 2024
IVAN ALBARELLI
Cronaca

Dossieraggi illegali su politici e imprenditori: “Proviamo a venderli alla Lega...”. L’ira di La Russa spiato assieme ai figli: “Chi c’è dietro?”

In un'intercettazione spunta il tentativo, poi fallito, di metterli a disposizione del partito di Salvini per il tramite del presidente di Fondazione Fieramilano Pazzali. Dal pm De Tommasi un monito allarmante: “Quell’associazione a delinquere ha rappresentato un pericolo per la democrazia”

Da sinistra, il presidente di Fondazione Fieramilano Enrico Pazzali, il presidente del Senato Ignazio La Russa e il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana

Da sinistra, il presidente di Fondazione Fieramilano Enrico Pazzali, il presidente del Senato Ignazio La Russa e il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana

Milano, 27 ottobre 2024 – “Non è esagerato affermare che si tratta di soggetti che rappresentano un pericolo per la democrazia di questo Paese”. Lo scrive il pubblico ministero di Milano Francesco De Tommasi negli atti dell'indagine sul gruppo che fabbricava dossier. Il pm parla di “soggetti pericolosissimi perché, attraverso le attività di dossieraggio abusivo” con “la creazione di vere e proprie banche dati parallele vietate e con la circolazione indiscriminata di notizie informazioni sensibili, riservate e segrete, sono in grado di tenere in pugno cittadini e istituzioni” e “condizionare dinamiche imprenditoriali e procedure pubbliche, anche giudiziarie”. Inoltre, rimarca ancora De Tommasi i protagonisti "sono soggetti che godono di appoggi di alto livello, in vari ambienti, anche quello della criminalità mafiosa e quello dei servizi segreti, pure stranieri, e che spesso promettono e si vantano di poter intervenire su indagini e processi per bloccare  iniziative giudiziarie". Dall'inchiesta, “raccolta” nelle quasi mille pagine dell’ordinanza della Procura di Milano emessa sabato 26 ottobre, emergono, come da un infinito vaso di Pandora, particolari sempre più inquietanti sia per le ramificazioni sia per i progetti pseudo politici sottintesi all’attività di dossieraggio. E che non ci siano esagerazioni, come afferma il pm, appare evidente dalle intercettazioni.  

Tentativi d’approccio con la Lega

È il caso di quanto racconta per esempio Andrea De Donno, indagato e presunto “collaboratore esterno” del gruppo che avrebbe fabbricato dossier, che avrebbe voluto “proporre” la piattaforma Beyond – uno dei sistemi creati dalla presunta associazione per delinquere – “al partito della Lega”. Lo si legge negli atti della Dda, la Direzione distrettuale antimafia di Milano, e in particolare in alcune intercettazioni da cui si evince, però, che il progetto sarebbe poi fallito. Beyond, come si legge nelle carte, è un sistema che funge “da aggregatore di dati e informazioni che il gruppo di Equalize”, società al centro dell'inchiesta, “attinge direttamente da banche dati istituzionali, e in particolare da quelle in uso all'amministrazione finanziaria e al ministero dell'Interno, mediante violazione dei relativi sistemi informatici”. 

Nunzio Samuele Calamucci mostra a Carmine Gallo il computer che si connette al Cedf mediante una linea dati via filo e gli dice: "Ho 800mila dati riservati nell'hard disk"
Nunzio Samuele Calamucci mostra a Carmine Gallo il computer che si connette al Cedf mediante una linea dati via filo e gli dice: "Ho 800mila dati riservati nell'hard disk"

In un'intercettazione De Donno, che “opera prevalentemente in Svizzera”, dice a Carmine Gallo, l'ex “super poliziotto” (fra gli arrestati): “Ascolta una cosa... io come cliente ho la Lega... L'hai già proposto?”. Gallo, però, spiega – scrive la Procura – “che non è possibile proporla (ossia la piattaforma, ndr) a quel partito in quanto Pazzali”, titolare della Equalize, presidente della Fondazione Fiera Milano e indagato, “è legato a Fontana”, il presidente della Regione Lombardia, “e se la cosa diventa pubblica potrebbe generare una serie di problemi reputazionali legati a un possibile conflitto d'interessi”. De Donno allora, riassume sempre il pm De Tommasi, “ipotizza una possibile soluzione, ossia quella di fare da tramite con la propria società per evitare la riconducibilità dell'operazione a Equalize”. E Gallo: “Non lo puoi fare!”. De Donno: “Peccato, perché io alla Lega è un bel po’ di tempo che gli ho proposto sta roba!”. 

L'avvocato Piero Amara, coinvolto in varie inchieste fra cui quella sulla "loggia Ungheria"
L'avvocato Piero Amara, coinvolto in varie inchieste fra cui quella sulla "loggia Ungheria"

“Così sputtaniamo mezza Italia”

Un senso di onnipotenza che pervade anche gli altri componenti dell’associazione a delinquere. Come traspare da un’altra intercettazione, quella fra Nunzio Calamucci e Giulio Cornelli: “Eh moh sai... fa...famme… – dice Calamucci al telefono con Cornelli – prendo un report e te lo dico... cioè con i report che abbiamo noi in mano possiamo sputtanare tutta l'Italia. Adesso abbiamo trovato le foto... me le hanno trovate i ragazzi della Procura... di Amara e Mazzagatti con quarantamila euro sul tavolo..". Il riferimento è all’avvocato Piero Amara, uno dei capi della “Loggia Ungheria” condannato e inquisito per depistaggi contro l’Eni e per episodi di corruzione in atti giudiziari; Francesco Mazzagatti è invece l’imprenditore  calabrese – misteriosamente passato dal business dell’ortofrutta alla vendita di prodotti petroliferi – coinvolto assieme ad Amara nel complotto ai danni dell’Eni.

Carmine Gallo e Nunzio Samuele Calamucci escono dal tribunale di Milano in una foto presa dall'ordinanza e scattata il 4 luglio 2023
Carmine Gallo e Nunzio Samuele Calamucci escono dal tribunale di Milano in una foto presa dall'ordinanza e scattata il 4 luglio 2023

La Russa: “Chi ordina questi dossier?”

Tra i profili politici di altissimo livello al centro del dossieraggio emerge anche il nome del presidente del Senato Ignazio La Russa e dei figli Geronimo, presidente dell’Automobile Club di Milano, e Leonardo. Sempre dagli atti dell’indagine spunta un’intercettazione del maggio 2023 in cui Pazzali, negli uffici della sua società di investigazioni, chiede ai suoi di fargli un report sulla seconda carica dello Stato: “Ignazio La Russa!”. I due cominciano a discutere sull’età del presidente. “Del ‘53”. “No, ha 75 anni… Vai giù... vai giù… Diciotto luglio. Esatto, abita in… (incomprensibile)”. Interviene poi l'informatico Abbadessa fornendo una spiegazione tecnica. "Arrivato qua già state eseguendo l'intelligenza artificiale, quindi fra un minuto già ci possiamo...". Pazzali va poi oltre la prima richiesta: "E metti anche un altro se c'è.. eh… come si chiama l'altro figlio? come ca* si chiama? Eh… Geronimo”. 

Il presidente dell'Automobile Club Geronimo La Russa
Il presidente dell'Automobile Club di Milano Geronimo La Russa

La reazione e la rabbia del presidente di Palazzo Madama non si sono fatte attendere: “Sono disgustato dal fatto che ancora una volta i miei figli, Geronimo e Leonardo, debbano pagare la “colpa” di chiamarsi La Russa, se risulterà confermato che anche loro sono stati spiati". “Ora l’unica cosa che mi preme, che voglio sapere, è conoscere il nome di chi ha commissionato il dossieraggio sulla mia famiglia. Conosco da anni Enrico Pazzali che ho sempre ritenuto una persona perbene e vorrei poter considerare, fino a prova contraria, un amico di vecchia data. Attendo di avere altri elementi, quindi, prima di un giudizio definitivo assai diverso su di lui. È noto che i suoi attuali ruoli in Fiera non dipendano da Fratelli d’Italia, né tantomeno da me, e sono stupito più che allarmato, dalle notizie di una sua azione di dossieraggio nei miei riguardi”.

Fra i nomi spunta Renzi

Nel mirino degli spioni c’è finito anche Matteo Renzi.  “Ancora uno scandalo di spie, intercettazioni abusive, dossier. Ancora il mio nome, a Milano come già era accaduto a Bari. Da anni sono oggetto di una campagna violenta contro di me e contro la mia famiglia”, è stato il commento a caldo dell’ex premier (ovviamente affidato ai social). “Oggi dobbiamo fare una riflessione in più – ha aggiunto – e avere il coraggio di affermare che la violazione dei telefonini o dei computer è un reato gravissimo. Se non mettiamo limiti lo faranno sempre di più con tutti. Se non mettiamo limiti alle intercettazioni abusive e limiti alle pubblicazioni illegali nessun cittadino sarà più libero. La privacy è un diritto umano inalienabile. A me l'hanno sottratta da tempo”.