Milano – Erano convinti che sarebbero riusciti a “fregare” tutta Italia con la loro fabbrica di dossier, realizzati entrando nelle banche dati più importanti e usando le informazioni riservate anche “camuffandole” da “notizie giornalistiche”. Report creati su commissione per soldi, ma anche “a scopo estorsivo o ricattatorio, per condizionare e influenzare soprattutto i settori della politica e dell’imprenditoria”.
E tra i tentativi di colpire politici spunta quello contro Letizia Moratti. Carmine Gallo, l’ex “super poliziotto” ora ai domiciliari nell’inchiesta della Dda, avrebbe effettuato “accertamenti su persone vicine politicamente a Letizia Moratti”, quando era candidata alle Regionali lombarde del 2023. E lo avrebbe fatto su richiesta di Enrico Pazzali, titolare (al 95%) della società di investigazione Equalize e presidente di Fondazione Fiera Milano. Per i pm, come si legge, Pazzali, indagato, voleva “reperire qualche notizia da banche dati idonea a mettere in cattiva luce l’immagine di Letizia Moratti, favorendo così la candidatura di Attilio Fontana”. Per gli inquirenti, infatti, la Equalize sarebbe servita a Pazzali per “raccogliere notizie” sul conto di “competitors politico-economici” suoi e di “soggetti politicamente legati” a lui.
Pazzali nelle carte della inchiesta è “Zio bello“ o “il Capo“ o ancora “Il Presidente” ricopriva un ruolo di vertice all’interno del sodalizio. “In ragione del proprio incarico - si legge ancora nelel carte- e della fitta rete di relazioni e di conoscenze di cui godeva il presidente di Fondazione Fiera, si occupava del sodalizio. Pazzali, pienamente consapevole che una delle principali fonti informative utilizzate era lo SDI, si avvaleva, per gli aspetti pratici, del proprio “braccio operativo”, dal quale riceveva quotidianamente aggiornamenti dalla società”. Nelle carte si legge che nell’ottobre 2022, come risulta dalle intercettazioni, Pazzali contattò Gallo per “ottenere informazioni riservate” su “persone legate ad alcuni politici”, in particolare su componenti del consiglio direttivo di Lombardia Migliore.
Chiedeva a Gallo se avesse “qualcuno d’interessante da verificare”. E Gallo: “Sì, sì li guardo tutti”. Il primo cliente dell’ex ispettore di polizia, anche se non doveva pagare, come risulta dagli atti, sarebbe stato proprio Pazzali. In un’intercettazione del 2022 l’ex poliziotto, infatti, “commenta” la “quantità di report che ha dovuto realizzare per soddisfare le esigenze personali di Pazzali”. Parla di “migliaia” di dossier. Lo stesso Pazzali, secondo il gip, avrebbe messo in mano “interamente a Gallo, Calamucci, Camponovo e Cornelli”, ossia ai quattro poi arrestati, “la concreta operatività” della Equalize, finendo per “dipendere” da loro. Anzi, Gallo e gli altri nell’ultimo periodo stavano portando avanti anche “una vera e propria strategia” per estrometterlo”.