Lunedì 28 Ottobre 2024
ANDREA GIANNI
Cronaca

I dossier illegali e il bottino degli hacker, un archivio di 800mila dati: “Nascondiamoli in garage”

Per il timore di perquisizioni, la banda ‘stoccava’ la mole di file in luoghi sicuri. E in una chiavetta Usb di Calamucci spuntano anche documenti classificati

L’hard disk e il pc di Nunzio Samuele Calamucci

L’hard disk e il pc di Nunzio Samuele Calamucci

Milano, 28 ottobre 2024 – C’era un imprenditore romano arrivato a spendere fino a 400mila euro per colpire i nemici. Violare il telefono di una donna, è il preventivo presentato a un imprenditore triestino che aveva chiesto il ‘servizio’, può venire a costare anche 5, 6mila euro”. Un prezzo di favore, perché “nel resto del mondo ti fanno di più, intorno alle trenta kappa”. Per la Dda di Milano le società riconducibili al gruppo di hacker, che avrebbe fabbricato dossier attraverso dati e informazioni segrete, avrebbero incassato un totale di oltre 3,1 milioni di “profitti illeciti”, di cui oltre 2,3 milioni la sola Equalize.

Profitti "elevati e consistenti”, così come è sterminata la mole dei dati raccolti. “Ottocentomila Sdi, c’ho di là”, spiegava Samuele Calamucci, l’hacker cresciuto con Anonymous e finito al servizio della Equalize di Enrico Pazzali e dell’ex superpoliziotto Carmine Gallo. Quantifica così gli accessi abusivi alla banca dati delle forze dell’ordine per estrarre informazioni da rivendere sul mercato. È il 26 dicembre dello scorso anno il giorno, come annotano i magistrati, della “fuoriuscita informativa di Santo Stefano”. Il gruppo di cyber-spie teme che vengano scoperte le “tracce” delle “attività criminali” a livello informatico. In quei giorni di festa, infatti, “la funzione estera di vigilanza sulla rete informatica di Heineken Italia” (una delle aziende clienti di Equalize, ndr), si legge negli atti della Dda, “si è accorta dell’installazione del tools d’intercettazione sulla propria rete, rilevandola come un attacco alla sicurezza dell’infrastruttura”. Così tra fine anno e gennaio il “gruppo di via Pattari 6” è “freneticamente impegnato” nella “distruzione” delle “tracce”.

Ci sono chat di Telegram e altra messaggistica da cancellare, ma soprattutto c’è una “mole immensa” di informazioni riservate, tirate fuori “bucando” le più importanti banche dati nazionali, da trasferire altrove e da distruggere solo in casi estremi. In un’altra conversazione, già del novembre del 2023, Calamucci avrebbe avuto la preoccupazione di “mettere da parte”, ossia di trasferire dati, di “sei, sette milioni di chiavette che c’ho io”. Almeno “15 terabyte”. “Carmine è a rischio perquisizione, quindi noi non dobbiamo lasciare qua nessun materiale estraneo (...) bisogna far sparire tutto”, dicevano nelle intercettazioni. “Trituravano i report cartacei, mentre per ciò che stava nei dispositivi avevano la possibilità di usare delle ‘Usb killer’”, capaci di “assicurare” la “completa distruzione” dei contenuti.

Gallo, intanto, sempre intercettato, raccontava di aver portato degli “scatoloni” col suo “archivio” a casa della segretaria di Equalize e che lei avrebbe dovuto spostarli in “un garage”. Una delle tante “circostanze” gravi e inquietanti, scrivono gli inquirenti, è addirittura la “presenza” in una chiavetta Usb di Calamucci “di dati che apparentemente, ad una prima analisi, risultano classificati”. In una integrazione alla richiesta di custodia cautelare, il pm sottolinea come la “predisposizione dei dossier illegali” sta andando avanti e che c’è anche il “rischio” che i dati e le informazioni prelevate vadano in mano “di agenzie straniere e che all’estero possa essere creata e detenuta una banca dati destinata a conservare le informazioni”. Le nuove indagini, infatti, hanno accertato che a Londra è stata costituita una società “clone” di quella milanese, ossia la Equalize Ltd.