Milano – Un gigantesco mercato di dati e notizie riservate che finivano in dossier commissionati per acquisire informazioni sui rivali in affari, ma anche spionaggio familiare tra eredi di imperi economici o semplicemente intercettazioni commissionate da noti imprenditori per controllare le frequentazioni della moglie.
Nell’inchiesta che conta oltre 50 indagati, il gip Fabrizio Filice ha messo ai domiciliari, con braccialetto elettronico, Carmine Gallo e i suoi collaboratori più fidati Nunzio Samuele Calamucci, Giulio Cornelli e Massimiliano Camponovo, mentre ha interdetto dal servizio i due funzionari infedeli Giuliano Schiano e Marco Malerba, rispettivamente in forza alla Dia di Lecce e al commissariato di Rho-Pero. Indagato anche il manager Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano spa (estranea ai fatti): per lui, il giudice ha respinto la richiesta di misura cautelare, affermando che “non ha alcun dominio sul funzionamento dell’organizzazione”. Organizzazione che ruotava attorno a Gallo, ex super poliziotto determinante nella risoluzione dell’omicidio Gucci e nella liberazione degli ostaggi Cesare Casella e Alessandra Sgarella, nonché braccio destro dei pm dell’Antimafia nei primi blitz anti ’ndrangheta in Lombardia.
La seconda vita di Gallo è iniziata nel 2018, come amministratore delegato della Equalize, srl specializzata in analisi antifrode per imprese e investigazioni private, di cui Pazzali è proprietario al 95%. E proprio gli uffici di via Pattari sarebbero diventati la centrale dei report illegali. Intercettato Nunzio Calamucci, uno dei capi dell’associazione per delinquere diceva: “Tutta Italia freghiamo”. Tra gli indagati eccellenti sulla “esfiltrazione” di informazioni da banche dati di rilevanza strategica pubblica figura anche Leonardo Maria Del Vecchio, figlio del fondatore di Luxottica, e il finanziere Matteo Arpe.
Il primo avrebbe commissionato un dossieraggio durante la vicenda ereditaria della dinastia che, attraverso Delfin, possiede azioni di Mediobanca, Generali e Luxottica. In particolare, al ventinovenne gli accessi abusivi a Sdi, Serpico e Siva sarebbero serviti per avere informazioni personali su fratelli e sorelle. Di più: sempre stando all’ordinanza, avrebbe fatto creare un finto documento della polizia di New York in cui si dava conto di un controllo in cui il fratello Claudio “si trovava in compagnia di un c.d. “travestito”, di nome Ralph A Thompson, registrato sul National Sex Offender Public Website dei Dipartimento di Giustizia americano”.
Poi c’erano le ricerche sulla fidanzata Jessica Ann Serfaty: Del Vecchio avrebbe dato mandato di inoculare un captatore informatico nell’iPhone di lei per controllare con chi parlava e sapere se avesse contatti con l’illusionista David Blaine. Arpe è invece indagato insieme al fratello Fabio per aver richiesto informazioni riservate dalla banca dati dell’Agenzia delle Entrate. “Il dottor Arpe – ha commentato il difensore Davide Steccanella – è stupito perché si è trattato di un incarico professionale della famiglia limitato a una vicenda privata successiva alla scomparsa del padre. Piena collaborazione agli inquirenti”. Stessa disponibilità ha dato, attraverso il suo legale Maria Emanuela Mascalchi, Del Vecchio: “Dalle imputazioni preliminari e dall’esito negativo della perquisizione, il dottor Del Vecchio sembrerebbe essere piuttosto persona offesa”.
Nelle carte ci sono due capitoli dedicati alle vicende Erg e Barilla: in entrambi i casi, i dati raccolti riguardano alcuni dipendenti, per una sospetta attività di insider trading o per sapere chi avesse passato informazioni a un giornalista. Nel lungo elenco degli “spiati”, figurano anche Paolo Scaroni, ex ad Eni e presidente del Milan, il cantautore Alex Britti (su richiesta del dg della Veneranda Fabbrica del Duomo Fulvio Pradavelli, la cui figlia si stava separando dall’artista romano). Gli accertamenti dei militari hanno evidenziato pure un tentativo di Pazzali di reperire tramite Gallo “qualcosa di interessante” su “persone legate a Letizia Moratti” e in particolare sui componenti del consiglio direttivo della lista che nell’autunno del 2022 ne stava spingendo la corsa a governatore della Lombardia, così da favorire per i pm “la candidatura di Attilio Fontana”.