Giovedì 6 Marzo 2025
REDAZIONE CRONACA

"Dopo il 7 ottobre diamo voce a chi non ne ha più"

"Dare voce a coloro che sono state messe a tacere per sempre". È questa ‘missione’ a dare il coraggio a...

Yuval Tapuchi e Hadar Sharvit, entrambe 28enni, sopravvissute al 7 ottobre 2023

Yuval Tapuchi e Hadar Sharvit, entrambe 28enni, sopravvissute al 7 ottobre 2023

"Dare voce a coloro che sono state messe a tacere per sempre". È questa ‘missione’ a dare il coraggio a Yuval Tapuchi e Hadar Sharvit, due 28enni israeliane sopravvissute il 7 ottobre 2023 al massacro del Nova Music Festival di Re’im, di raccontare la loro storia. Una testimonianza dell’orrore, della violenza bruta perpetrata dai terroristi di Hamas, che ieri nel corso dell’incontro Sopravvivere all’inimmaginabile, organizzato dall’ambasciata israeliana e dall’Ucei a Roma, ha voluto accendere un faro sugli stupri, le torture, gli abusi sulle donne: una faccia della guerra nascosta e spesso impunita.

"Alle 6.29 del mattino la musica si è fermata, abbiamo visto i missili arrivare verso di noi e abbiamo iniziato a scappare. Poi sono arrivati gli spari. Ero con 15 amici, non mi sono voltata indietro, ho continuato a correre", racconta Tapuchi che oggi sta cercando di superare il trauma che si porta dentro, ha lasciato il suo lavoro una clinica per la cura del diabete e si dedica all’arte. La salvezza per lei è arrivata dopo oltre 6 ore e 30 chilometri di cammino. "Hamas – racconta – è arrivato nell’area della festa e nei kibbutz circostanti. Ha massacrato e violentato civili innocenti, di tutte le età, per puro male. Molti miei amici sono stati uccisi, alcuni sono stati rapiti, alcuni sono tornati di recente ma altri purtroppo sono ancora lì".

Anche Sharvit, insegnante di matematica, e gli amici hanno deciso di scappare a piedi. "Ho chiamato mio padre e gli ho detto: ‘Mi dispiace, sto per morire’. Dopo due ore di corsa, con i terroristi che sparavano verso di me, mi sono nascosta per 5 ore in un frutteto. Da lìho sentito tutto. Ho sentito gli abusi. Ho visto uccidere persone davanti ai miei occhi. Ho sentito le urla delle donne violentate e poi il silenzio".

Giulia Prosperetti