Città del Vaticano, 30 settembre 2024 – “Se il sacerdozio battesimale delle cattoliche, debba rimanere per forza incapace di governo, è una questione che richiederà del tempo e bisogna prendersi il tempo di discutere invece che optare per accelerazioni come è stato con il documento Fiducia supplicans (che ha aperto alla benedizione delle coppie gay, ndr.), con il rischio poi di doversele rimangiare”.
Dispensa consigli, lo storico Alberto Melloni, dopo che nel viaggio di papa Francesco in Belgio sono deflagrati i temi della pedofilia e del ruolo della donna. Le frasi del Papa sulla Chiesa, che non è “una multinazionale” e su quanto sia “brutto quando una donna fa l’uomo”, hanno provocato la contestazione degli stessi studenti cui si è rivolto, e lasciano prefigurare anche una certa direzione che il Papa vuole imprimere all’importante appuntamento del sinodo che si apre mercoledì. L’università di Lovanio ha parlato di messaggio "incomprensibile” rispetto all’urgenza di combattere il sessismo. Ma papa Francesco non era a sua volta in prima fila nella battaglia per l’inclusività? “Sui temi dell’emancipazione femminile e dell’uguaglianza di genere, ognuno di noi si porta dietro fatalmente la cultura di origine, di riferimento e quella del Papa è una cultura in cui ha influito la lunghissima e stucchevole predicazione sulla differenza femminile e sulla costruzione di un immaginario femminile che avrebbe dovuto essere la soluzione a tutti i problemi, era molto presente nel magistero di Giovanni Paolo II. È chiaro che oggi quella cultura non è più in grado di rispondere a una coscienza comune all’interno delle chiese e della comunità”. Il ruolo della donna emergerà nel sinodo? “Che cosa accadrà è un grande punto interrogativo, ma aver sottratto al sinodo la discussione sul diaconato femminile a mio giudizio è stato sbagliato, è una questione che doveva essere affrontata in maniera più collegiale. Non credo che ci siano oggi vescovi disposti a qualsiasi tipo di strappo però almeno bisognava uscire dall’ambiguità di una presunta restaurazione. Un ministero femminile può anche essere discusso, ma mi pare sempre più evidente che ormai siamo di fronte a problemi che hanno una caratura rispetto alla quale un sinodo fatto di persone un po’ segnalate dalle conferenze episcopali, un po’ scelte dal Papa, cui si aggiungono un po’ di religiosi e un po’ di donne per non fare brutte figure, vada alla fine ad inibire un atto veramente conciliare e dottrinalmente vincolante”. E quindi? “Ormai i problemi della Chiesa sono da Concilio non da sinodo”. L’opinione pubblica belga e le stesse autorità del Paese non hanno fatto sconti a Francesco sulla questione abusi. Bergoglio nella sua lotta è credibile? “Il Papa ha usato le categorie della vergogna e dell’umiliazione, due cose importanti ma che danno l’impressione del ’troppo tardi’, il che non è necessariamente vero. La piaga delle violenze sui minori è una piaga sociale, a me non risulta che in altri contesti dove ci sia intimità educativa si sia agito con la stessa penetrante severità che ha usato la Chiesa cattolica”. Che cosa non ha funzionato? “La Chiesa deve uscire da una logica un po’ morale e domandarsi come è accaduto, quali sono stati ad esempio i processi di selezione dei vescovi che hanno messo sulle cattedre persone inadeguate o come sia successo che nella predicazione si sia infiltrata un’idea della superiorità dell’autorità rispetto a quella della dignità della persona, idea che ha consentito a tanti preti di perpetrare le proprie violenze non solo su minori ma come viene fuori sempre più spesso oggi anche sulle religiose”.