Padova, 6 luglio 2024 - La fuga in auto dopo aver sequestrato una mamma di 26 anni con il suo bambino di 5. Infine l’arresto dopo cento chilometri. Secondo quanto trapela dagli investigatori, l’uomo avrebbe minacciato la donna con queste parole: “Taci o farai la fine di Giulia Cecchettin”.
L’arresto dell’uomo
I carabinieri dei comandi Provinciali di Padova, Treviso, Vicenza e Trento hanno arrestato ieri un albanese di 33 anni, residente nel Trevigiano, per sequestro di persona, rapina aggravata, minaccia aggravata, violenza privata e violazione del provvedimento di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, commessi contro una donna connazionale di 26 anni della provincia di Padova.
Il coltello e le fascette: la ricostruzione
La donna è stata bloccata ieri mattina a Borgoricco (Pd) mentre stava accompagnando il figlio di 5 anni alla scuola dell’infanzia, in auto. L’uomo, nonostante il divieto di avvicinamento per atti persecutori, secondo il racconto della vittima l’ha minacciata con un coltello e l’ha costretta a fermarsi. Si è messo alla guida portando con sé il bambino e la madre, immobilizzata con alcune fascette di plastica alle caviglie.
Dopo circa mezz’ora, il marito della donna, allarmato dal mancato rientro a casa della moglie, ha chiamato al 112 i carabinieri della compagnia di Cittadella che hanno contattato la 26enne: evidentemente minacciata dall’uomo aveva fornito risposte evasive al militare della centrale operativa che, percependo lo stato di apprensione della vittima, ha diramato tempestivamente le ricerche dell’auto a bordo della quale si trovavano il rapitore, la donna e il bambino.
Come è stata localizzata l’auto
Il personale del Nucleo Investigativo di Padova e della Compagnia di Cittadella è intervenuto allertando tutte le pattuglie e mettendosi alla ricerca dell’auto, che nel frattempo stava raggiungendo il territorio tra le province di Vicenza e Trento. Attraverso l’attivazione di una localizzazione tecnica autorizzata dalla procura di Padova, che ha coordinato le ricerche, con l’ausilio dei numerosi sistemi di rilevazione targhe dislocati lungo le arterie stradali, i carabinieri del comando provinciale di Padova, supportati dai colleghi dei comandi provinciali di Treviso, Vicenza e Trento, sono riusciti a individuare il tragitto del veicolo, sempre condotto dall’uomo che, brandendo il coltello, teneva in ostaggio la donna e il bambino. L’inseguimento è durato un centinaio di chilometri fino a quando, nella zona di Grigno, in provincia di Trento, l’auto in fuga è stata bloccata dall’intervento realizzato dai militari delle compagnie di Bassano del Grappa (Vi) e di Borgo Valsugana (Tn). L’indagato è stato così arrestato mentre la donna e il figlio, in forte choc emotivo, ma fortunatamente illesi, sono stati messi in sicurezza. Condotto presso gli uffici della compagnia carabinieri di Borgo Valsugana (Tn) l’uomo è stato portato presso la casa circondariale di Trento, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Le parole del presidente Luca Zaia
“Oggi l’Arma dei Carabinieri ha dimostrato, ancora una volta, di essere quotidianamente al fianco di chi chiede aiuto. Con professionalità, velocità d’azione, con questa operazione hanno dimostrato una straordinaria capacità d’operazione sinergica. C’è di che essere orgogliosi". Così il presidente del Veneto, Luca Zaia. Che sottolinea: “L’intervento tempestivo e coordinato dei militari dei Comandi Provinciali di Padova, Treviso, Vicenza e Trento, in seguito all’allarme lanciato dal marito della donna, è un esempio eccellente di professionalità, dedizione e coraggio”. Per il governatore “questa operazione non solo ha garantito la sicurezza della donna e del bambino, ma ha anche sottolineato l’importanza del lavoro di squadra e dell’efficienza delle nostre forze dell’ordine”.