Roma, 12 gennaio 2024 – I gravi rischi per la salute sarebbero alla base dello stop del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, all’estradizione in Argentina di don Franco Reverberi, 87 anni. Il sacerdote della diocesi di Parma è accusato di diversi crimini contro l’umanità compiuti durante la dittatura argentina di Videla.
La magistratura argentina contesta al sacerdote l’omicidio, avvenuto nel 1976, di José Guillermo Beron, all’epoca ventenne e tuttora desaparecido. La Corte di Cassazione nell’ottobre scorso, dalle argomentazioni dell’avvocato Arturo Salerni, legale dell’ambasciata argentina in Italia, aveva confermato la decisione della Corte di Appello di Bologna respingendo il ricorso contro l’estradizione presentato dalla difesa di Reverberi, che è affetto da patologie cardiologiche.
Nel provvedimento il capo del dicastero di via Arenula evidenzia che "la perizia medico-legale disposta dalla Corte di Appello di Bologna ha concluso nel senso che 'le attuali condizioni di salute di Reverberi sono compatibili con il trasferimento in Argentina’, limitando l'accertamento alle condizioni di salute compatibili con la possibilità di effettuare un viaggio aereo intercontinentale, omettendo tuttavia di valutare l'esistenza di gravi rischi che potrebbero scaturire dalla procedura di estradizione globalmente intesa”.
Per il ministro Nordio "in ogni caso il trasferimento aereo dovrebbe essere eseguito soltanto se assistito da una serie di cautele ben difficilmente attuabili in maniera congiunta nella pratica e in ogni caso inidonee ad assicurare il suo stato di salute”. E ancora: “la complessiva procedura potrebbe avere sul soggetto, anche successivamente all'avvenuto trasferimento e all'avvio della condizione detentiva alla quale verrà sottoposto, conseguenze esiziali.
Secondo Nordio "dall'impatto medico legale della procedura di estradizione sulle già precarie condizioni di salute, anche in ragione dell'età estremamente avanzata e della conseguente probabile prospettiva di non fare più ritorno in territorio italiano, deriverebbe un rilevante stress psicologico tale da integrare un ulteriore fattore di rischio con riferimento alle verificate patologie cardiologiche da cui è affetto”.
Chi è don Reverberi
Reverberi era cappellano ausiliare dell'VIII Squadra di esplorazione alpina di San Rafael, a Mendoza, accusato di atti commessi nel Centro di detenzione clandestina noto come 'La Departamental'. Il religioso uscì dall'Argentina nel 2011, quando a Mendoza si stava svolgendo il primo processo per crimini contro l'umanità e le testimonianze dei sopravvissuti e dei familiari hanno cominciato a indicare le sue responsabilità.
Il sacerdote attualmente risiede in una canonica e aveva come misura cautelare il divieto di allontanamento dal comune di Sorbolo. Il 19 gennaio è stata fissata un'udienza per l'esecuzione del provvedimento del ministro. La associazione Onlus 24 Marzo, che da sempre segue i casi di desaparecidos anche quelli di origine italiane, ricorda che “Don Reverberi è anche accusato di aver assistito a numerose torture alle quali erano sottoposti i prigionieri del regime di Videla prima di essere uccisi e fatti scomparire”.