Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Il dogo argentino, nato per battersi con puma e cinghiali

I dogo argentino sono molossoidi selezionati all'inizio del secolo in Argentina per la caccia grossa nelle pampas, adatto ad affrontare puma e cinghiali.

Un dogo argentino in una foto Lapresse

Catania, 16 agosto 2016 - I cani che hanno ucciso un bambino di un  anno e mezzo in provincia di Catania sono due esemplari del dogo argentino, razza canina molossoide di tipo dogue originari della regione di Córdoba in Argentina.

I maschi hanno un carattere dominante con altri cani dello stesso sesso. Le femmine sono tuttavia delle madri molto premurose. La sua vita media si aggira sui dodici anni. La razza dogo argentino faceva parte di quelle elencate nella lista canine pericolose, eliminata grazie ad un'ordinanza del 3 marzo 2009.

La razza fu selezionata da Antonio Nores Martínez, con la collaborazione del fratello Augustín e del padre Antonio, nei primi decenni del XX secolo. Lo scopo era quello di creare un cane adatto alla caza mayor, cioè alla caccia alla grossa selvaggina nell'ambiente delle pampas argentine: puma, pecari, e cinghiali. 

Di colore bianco e di taglia media (i maschi da 62 a 68 cm, femmine da 60 a 65), ma estremamente muscolosi e robusti. La base da cui partirono i Martìnez fu il perro de Pelea Cordobès, una razza locale, incrocio di bulldog, bull terrier e mastini, utilizzata per i combattimenti. 

Poi per migliorarne le caratteristiche fisiche e affinarne le capacità venatorie il perro de Pelea Cordobès venne incrociato con l'alano, il dogue de Bordeaux, il cane da montagna dei Pirenei, il levriero irlandese ed il pointer. 

La nuova razza era pronta verso il 1928, lo standard pubblicato nel 1947, ma il riconoscimento ufficiale giunse nel 1964 per l'Argentina, e nel 1973 a livello internazionale. 

Inizialmente classificato tra i segugi e cani da pista di sangue, attualmente si trova inserito nel gruppo 2 (molossoidi) dalla Federazione cinofila internazionale.

Secondo il ministero della Salute è stato tra le razze canine più pericolose. E venne considerato tale fin dal 12 dicembre del 2006, quando l'allora ministro della Salute, Livia Turco, emanò l'ordinanza "Tutela dell'incolumità pubblica dall'aggressione di cani". 

Quando questo provvedimento scadde fu sosituito da un'altra ordinanza, firmata il 23 marzo 2009 dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini, che non aveva però incluso la lista dei cani pericolosi ritenendo che "non è possibile stabilire il rischio di una maggiore aggressività di un cane sulla base dell'appartenenza a una razza o ai suoi incroci". 

L'ordinanza imponeva comunque ai proprietari di tutti i cani una serie di cautele, dall'uso del guinzaglio e della museruola, alla corretta gestione dell'animale. 

Poi dal 6 agosto 2013 è in vigore una nuova ordinanza "contingibile ed urgente concernente la tutela dell'incolumità pubblica dall'aggressione dei cani", che riprende i due testi precedenti. 

A oggi le razze considerate pericole in Italia ufficialmente sono: American Bulldog; Cane da pastore di Charplanina; Cane da pastore dell'Anatolia; Cane da pastore dell'Asia centrale; Cane da pastore del Caucaso; Cane da Serra da Estrela; Fila brazileiro; Perro da canapo majorero; Perro da presa canario; Perro da presa Mallorquin; -Pit bull; Pit bull mastiff; Pit bull terrier; Rafeiro do Alentejo; Rottweiler; Tosa inu.