Mercoledì 17 Luglio 2024

DL anti baby gang e Caivano: carcere per i genitori che non mandano i figli a scuola. Non c’è il divieto d’accesso ai siti porno per i minori

Il testo approvato dal Consiglio dei ministri con le norme per contrastare la criminalità giovanile. Il provvedimento prevede anche il Daspo urbano per i 14enni. Stop a potestà genitoriale se figlio legato a clan

Roma, 7 settembre 2023 – Carcere per i genitori che non mandano figli a scuola. La possibilità di applicare il Daspo urbano anche ai 14enni. Estensione di alcune misure di repressione della criminalità ai minori come la possibilità di arrestare un ragazzo fra i 15 e i 18 anni che gira armato. Sono alcuni dei punti del Dl anti baby gang (ribattezzato anche Dl Caivano) approvato oggi dal Consiglio dei ministri. Un Decreto nel quale non ci sarà la norma (annunciata) che vieta l’accesso ai siti porno ai minori ma l’introduzione del parental control sui dispositivi dei bambini.

Giorgia Meloni alla conferenza dopo il Consiglio dei ministri
Giorgia Meloni alla conferenza dopo il Consiglio dei ministri

Norme più severe per i minori

"Non c'è il tema di sbattere in galera bambini 12 anni, c'è il tema che prevediamo l'arresto in flagranza, anche per alcuni reati per i quali non era previsto fino a oggi, dai 14 ai 18 anni: perché oggi se un ragazzo di 15 anni gira armato con una pistola carica non si può arrestarlo. E io francamente penso che questo non sia più affrontabile nell'attuale situazione". Così la premier Giorgia Meloni, illustrando le norme contenute nel dl Caivano in conferenza stampa. "Non sono solo norme repressive, sono anche norme di prevenzione. Se l'uso dei minorenni si è allargato a dismisura in questi anni nelle pratiche criminali è anche perché, chiaramente, nell'utilizzo di questi minorenni da parte della criminalità organizzata non ci sarebbero state particolari conseguenze", ha puntualizzato la presidente del Consiglio.

Nessun divieto d’accesso ai siti porno

Secondo quanto annunciato nei giorni scorsi la norma avrebbe dovuto prevede misure di certificazione dell'età per l'accesso ai siti hot. Ci sarà invece un provvedimento affinché le famiglie usino il parental control sui dispositivi in uso ai minori.

Un provvedimento che avrebbe avuto una decisa spinta in seguito a quanto avvenuto con gli stupri avvenuti a Palermo e a Caivano, nella convinzione che la fruizione del porno da parte di giovanissimi possa indurre a un approccio scorretto con la sessualità e a comportamenti violenti.

"Il porno produce danni alla salute, può creare dipendenza, gli esperti ci dicono che l'età di accesso a questi siti è di 6-7 anni. Vogliamo sollecitare e sostenere le responsabilità educative in primo luogo attraverso la famiglia. Lo abbiamo fatto implementando il parental control, che sono app che già esistono ma non vengono utilizzate. Vogliamo che diventi in prospettiva un controllo automatico, offerto in tutti i device, un'icona immediatamente riconoscibile, come i seggiolini che hanno l'allarme incorporato", ha detto la ministra Eugenia Roccella, che spiega: "Siamo intervenuti con due articoli per mettere a disposizione questo strumento e per diffondere linee guida e campagna di informazione".

Cicignano commissario straordinario a Caivano

"Il primo articolo del decreto prevede una struttura commissariale guidata dal dottor Fabio Cicignano, con 30 milioni per un primo intervento di risanamento del territorio, con priorità al ripristino del centro sportivo varato negli anni 80 e che era un fiore all'occhiello prima di diventare una discarica”, ha detto sottosegretario Alfredo Mantovano in conferenza stampa alla Camera sul dl Caivano.

Carcere per i genitori di chi non va a scuola

"Viene rafforzata la sanzione nei confronti dei genitori che abbandonano i figli e non li fanno andare a scuola: questo reato di dispersione assoluta fino a ieri era punito con una sanzione platonica, noi l'abbiamo elevato al rango di delitto, con una pena detentiva. Crediamo che così venga direttamente aiutato il minore”. Lo dice il ministro della Giustizia Carlo Nordio in conferenza stampa alla Camera sul dl Caivano.

Un modello per tutto il Sud

Il cosiddetto Dl Caivano "prende spunto esattamente una settimana fa a Caivano" con la visita della premier Meloni "dopo gli episodi di cronaca che hanno sconvolto l'Italia" e "intende individuare un modello intervento che vale per l'immediato per Caivano e in epoca successiva per altre aree e individua un modulo intervento che prenda in considerazione non soltanto la piaga della criminalità minorile e lo sfruttamento criminale dei minori, ma anche l'offerta di qualcosa di positivo e di alternativo alla strada dello spaccio e dal crimine stesso", ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Manotovano nella conferenza stampa seguita al Consiglio dei ministri.

Daspo urbano anche per i 14enni

Il provvedimento prevede la possibilità di sottoporre a Daspo urbano (il divieto di accedere a una zona) anche per i 14enni.

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Divieto di uso cellulari ai minori

Il Questore potrà proporre il divieto dell’uso del cellulare ai minori in particolari casi ed è stato introdotto l’ammonimento in caso di episodi di bullismo. "Abbiamo introdotto l'ammonimento per il reato di bullismo. Era previsto per il cyberbullismo, così abbiamo omogeneizzato la normativa", ha spiegato il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi.

Stop a potestà genitoriale se figli legati a clan

La segnalazione da parte di un pm al procuratore per i minorenni che un ragazzo è coinvolto in un'associazione a delinquere di stampo mafioso o per traffico di stupefacenti, "non necessariamente come autore del reato”, “potrà essere l'inizio per la perdita della potestà genitoriale”, ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio.

Giorgia Meloni

"Le norme di oggi sono molto importanti: su alcune materie in passato lo Stato ha preferito occuparsi di altro e non metterci la faccia, io penso che questo sia il segno di uno stato che decide di mettere la faccia su materie complesse. Siamo stati a Caivano, abbiamo preso degli impegni precisi dopo uno dei tanti fatti di cronaca che si svolgono in zone franche, dove lo Stato negli anni è indietreggiato. Proviamo a fare un modello di ciò che oggi è visto come un problema, proviamo a cambiare la faccia di quel territorio”, ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni intervenendo alla conferenza stampa al termine del Cdm.