Roma, 13 agosto 2020 - Continua il pressing del Governo sulle Regioni per una nuova stretta sulle discoteche. Ferragosto incombe, i contagi sono in aumento, soprattutto tra i giovani, e l'Esecutivo non vuole correre rischi. Forte anche della presa di posizione, netta, del Comitato Scientifico: "Le discoteche devono rimanere chiuse perché, checché se ne dica, con migliaia di ragazzi ammassati non c'è nulla da fare", ha ribadito oggi il coordinatore del Cts Agostino Miozzo, sottolineando che il parere del Comitato non cambia. "Le aggregazioni di massa sono devastanti impossibili da gestire", ha detto Miozzo, che oggi ha definito "inevitabili" nuovi lockdown se la situazione dei contagi dovesse peggiorare. Ci sono interessi economici e migliaia di lavoratori da tutelare e "ce ne rendiamo perfettamente conto - ha aggiunto Miozzo - e per questo servono delle compensazioni". Ma, difronte alla risalita dei contagi, per il Governo, secondo quanto si apprende, tenere le discoteche e le sale da ballo aperte è considerato "un serio rischio". Il Governo ha sempre ribadito infatti che le aperture non erano e non sono previste mentre le Regioni, sulla base della valutazione epidemiologica, hanno deciso in autonomia di aprire a certe condizioni. In questa fase, secondo quanto sottolineano le fonti rivolgendo un appello alle Regioni, "è necessaria la massima responsabilità e il massimo scrupolo per le condizioni di sicurezza e la reale tutela della salute". Le Regioni che stanno scegliendo di chiudere, seguendo le linee guida del Governo, "non vogliono colpire un settore - osservano- ma ritengono un serio pericolo l'apertura di spazi dove il contagio può correre". Dopo l'incontro di ieri tra i ministri degli Affari regionali Francesco Boccia, il ministro della Salute Roberto Speranza, il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e le Regioni, domani Boccia potrebbe riconvocare di nuovo i presidenti in videoconferenza sul tema.
Coronavirus, bollettino del 13 agosto
Di ieri il giro di vite confermato dalla Puglia e la nuova ordinanza della Toscana che impone, tra l'altro, l'obbligo di ballare in pista almeno a due metri di distanza. Ma è la Calabria oggi a giocare d'anticipo e a far saltare il banco, annunciando la chiusura "di tutte le discoteche" della regione. "Dopo i casi di alcune nostre città, avendo prima di tutto la responsabilità della salute dei calabresi e dei nostri ospiti - scrive l'assessore al Turismo allo Sviluppo Economico, Fausto Orsomaro - stiamo predisponendo un'ordinanza che chiude tutte le discoteche della Calabria, anticipando quella del governo nazionale". E aggiunge, riferendosi, alla Conferenza Stato-Regioni di ieri: "Ho chiesto al ministro Speranza di avere una linea nazionale al di là delle ragioni economiche degli operatori che avevano incontrato già il ministro Patuanelli". E lo stesso Patuanelli, dice Orsomaro "sta valutando una misura nazionale per ristoro delle perdite degli operatori economici che occupano circa 40.000 persone in tutta Italia". In Calabria, conclude l'assessore "i dati epidemiologici" sono "ancora sotto controllo e che non vorremmo subissero una impennata". Nel pomeriggio la Calabria ha emesso l'ordinanza, firmata dalla governatrice Jole Santelli: da questo momento in Regione le discoteche e le sale da ballo sono ufficialmente chiuse.