Giovedì 26 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Diossina nell’aria di Palermo dopo l’incendio in discarica. Le quantità rilevate e i rischi

La rilevazione dell’Arpa. Concentrazioni nove volte la media

Palermo devasata dagli incendi (Ansa)

Palermo, 29 luglio 2023 – L’incendio nella discarica di Bellolampo a Palermo ha liberato diossina nell’aria (sostanza pericolosa per la salute, non se inalata ma se ingerita attraverso il cibo). Lo dice l’Arpa che fa riferimento a una rilevazione in località Inserra – vicino all’impianto –nel giorno successivo al rogo (dalle 22 del 24 luglio alle 22 del 25): la concentrazione misurata – si legge nella relazione dell’ente – è pari a 939 TE fg/m3 (Tossicità equivalente pari a 939 femtogrammi al metro cubo). Il rogo, ora spento, ha interessato principalmente la quarta vasca: il sito è bruciato per 4 giorni ininterrottamente. Vale sempre la raccomandazione di non uscire di casa per anziani, e bambini fragili. 

Palermo devasata dagli incendi (Ansa)
Palermo devasata dagli incendi (Ansa)

I valori di riferimento

“I risultati riflettono la formazione di diossine e furani e la loro presenza in aria ambiente, che costituisce un dato da attenzionare – si legge in una nota dell’ente –  I valori di concentrazione riscontrati sono indicativi della presenza di una fonte emissiva locale”. Ma quanti sono 939 TE fg/m3? Non esistono dispositivi normativi né italiani né europei che prescrivano delle soglie. Ma ci sono delle medie di riferimento. Secondo Arpa la concentrazione di diossine a Palermo è quasi dieci volte superiore ai 100 femtogrammi per metro cubo previsti dall’Organizzazione mondiale della sanità nelle Linee guida per la qualità dell'aria in Europa. In Germania (LAI-Laenderausschuss fuer Immissiosschutz - Comitato degli Stati per la protezione ambientale), per fare un altro esempio, il valore stabilito come limite è pari a 150 fg /m3. 

Cosa sono le diossine 

Le diossine “sono contaminanti che permangono inalterati nell’ambiente per molti anni e riescono, direttamente indirettamente ad arrivare fino agli alimenti”, si legge in un rapporto dell’Apat (Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici), pubblicato dal ministero della Salute. Il 90% dell’esposizione umana alle diossine è riconducibile al cibo. 

Rischio legato al cibo

"Come specificato dalla relazione dell'Arpa, si precisa che l'eventuale esposizione a diossine e furani non pone rischi connessi alla inalazione diretta, ma si rende comunque necessario solo verificare la presenza di eventuali residue concentrazioni sul terreno”, precisa il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla che ha attivato “una task-force composta dalle competenti istituzioni tecniche per verificare se siano necessari specifici provvedimenti da assumere nelle prossime ore, nelle more degli ulteriori rilevamenti”. Il pericolo eventuale è dunque legato alla catena alimentare. 

Le diossine (la più nota è la 2,3,7,8-tetraclorodibenzo-para-diossina TCDD) sono tossiche se assunte anche a dosi infinitesimali, dell’ordine dei picogrammi (pg), ossia miliardesimi di milligrammo. Le patologie associate tra le altre sono dermotossicità, disturbi del sistema riproduttivo ed endocrino, diabete mellito, malattie del sistema nervoso e immunologiche, cancro.