Mercoledì 5 Febbraio 2025
GIAN LUCA
Cronaca

Dieci anni fa l’Agenda 2030. Un’altra epoca

Galletti I dazi branditi da Trump, la sfida geopolitica tra le potenze, il riarmo che, anche in Europa, torna tra i...

Galletti I dazi branditi da Trump, la sfida geopolitica tra le potenze, il riarmo che, anche in Europa, torna tra i...

Galletti I dazi branditi da Trump, la sfida geopolitica tra le potenze, il riarmo che, anche in Europa, torna tra i...

Galletti

I dazi branditi da Trump, la sfida geopolitica tra le potenze, il riarmo che, anche in Europa, torna tra i temi di bilancio e la tecnologia che assurge a parametro della prevalenza internazionale. Rispetto a dieci anni fa il mondo è un altro. Le prospettive del multilateralismo sembrano estinte, così come il ruolo di istituzioni e accordi sovrannazionali per affrontare i problemi in chiave cooperativa. Primo tra tutti, il problema della crisi ambientale. Nel 2015, dieci anni fa, andavano preparandosi gli accordi di Parigi. Era in vista la Cop 21 sui cambiamenti climatici, e Papa Francesco preparava un documento che metteva all’ordine del giorno dell’agenda del mondo il tema della sostenibilità integrale. Sembra preistoria, un’altra epoca storica. Ho avuto l’onore, in qualità di Ministro dell’ambiente, di lavorare per l’adesione del Paese agli accordi di Parigi, nella prospettiva di una cooperazione globale di lungo termine che affrontasse i rischi ambientali con gli strumenti multilaterali della legislazione e delle politiche industriali, seguendo finalmente le indicazioni della comunità scientifica e coinvolgendo le istituzioni nazionali, le imprese, la società civile, con la regia delle Nazioni Unite. Da quella temperie, scaturì l’Agenda 2030, con i suoi 17 obiettivi tra giustizia sociale e ambiente, in consonanza con la Laudato Si’. A rileggerla oggi, davanti alle guerre commerciali, all’economia come proiezione di potenza, agli apparati militari e industriali schierati sembra il manifesto antistorico di un gruppetto di sognatori. Ma intorno al tavolo di Parigi c’erano i leader mondiali. Come è stato possibile pensare la cooperazione internazionale, coinvolgendo 195 Paesi su un progetto ambientalista, capace proporre una prospettiva che metteva insieme Stati Uniti, Iran, Cina e poi anche Russia? Se tutto è cambiato alla velocità della luce, possiamo solo sperare che cambi di nuovo. E presto.