Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Genova, detenuto trovato morto in carcere. La Procura: “E’ omicidio”

Sarebbe stato aggredito dal suo compagno di cella. “Aveva il volto fracassato”

Un carcere

Genova, 13 settembre 2023 - Il detenuto 60enne trovato morto in una cella nel carcere di Marassi a Genova è stato vittima di un omicidio. Lo ha confermato la Procura di Genova dopo la notizia diffusa dai sindacati. Sul posto si sono recati un magistrato e la polizia scientifica. Sembra che l'uomo sia stato aggredito dal suo compagno di cella, italiano come la vittima. 

Stando a quanto riferito, al momento del ritrovamento l'uomo aveva "il volto fracassato". Sono in corso accertamenti. 

"Dopo quello del giugno scorso al carcere di Velletri, se confermato, si tratta del secondo omicidio nelle nostre carceri, che per il dettato costituzionale dovrebbero rappresentare il tempio delle regole e della risocializzazione, ma che evidentemente si confermano palestre del crimine. Il morto di oggi si unisce ai 51 suicidi e ai 64 decessi per altre cause già avvenuti nel corso del 2023, portando il lungo bollettino dei defunti a quota 116", ricostruisce il segretario della UILPA Polizia Penitenziaria Gennarino De Fazio.

"Tutto ciò acclara la perdurante emergenza penitenziaria, sotto gli occhi di tutti tranne che del ministro della giustizia, Carlo Nordio, e del governo Meloni, fatta di sovraffollamento detentivo, insufficienza degli organici del personale, inadeguatezza di tecnologie ed equipaggiamenti e disorganizzazione imperante. Tutti elementi, questi, particolarmente evidenti anche a Genova Marassi", spiega il sindacalista.

"Occorre fermare la carneficina e mettere in sicurezza le carceri mediante un decreto-legge che, con procedure d’urgenza e al di là delle fantasiose e difficilmente praticabili idee agostane del Guardasigilli, si occupi di deflazionare la densità detentiva, prevedere immediate assunzioni straordinarie nel Corpo di polizia penitenziaria, mancante di 18mila unità, potenziare gli equipaggiamenti e le strumentazioni e di dare impulso a una riorganizzazione complessiva dell’intero apparato d’esecuzione penale, a cominciare da quello inframurario", continua De Fazio.