Mercoledì 23 Aprile 2025
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Cronaca

Detenuto evaso dal carcere di Bologna: ipotesi porta lasciata aperta

Il trentaquattrenne albanese, condannato per rapina, è fuggito dopo che gli è stata revocata la semilibertà. I sindacati della polizia penitenziaria: pecche nel sistema di allarme e video sorveglianza, servono più uomini

Mneraj Fatbardh, 34 anni, il detenuto evaso dalla Dozza di Bologna

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Bologna, 29 marzo 2025 – Un detenuto trentaquattrenne albanese, Mneraj Fatbardh, 34 anni, è evaso ieri sera dal carcere bolognese della Dozza. Stando a quanto finora ricostruito, l’uomo, che era stato condannato per rapina e si trovava in regime di semilibertà, è stato informato ieri sera che sarebbe dovuto tornare a stare nelle sezione interne della casa circondariale perdendo il privilegio, a seguito di un’ennesima condanna.

Durante il trasferimento dal reparto semilibertà, che si trova nel cortile di accesso alla Dozza, l’uomo è fuggito facendo perdere le sue tracce. Adesso la polizia penitenziaria, che ha diramato foto e generalità a tutte le forze dell’ordine, lo sta cercando.

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Come è evaso: ipotesi porta aperta

L’uomo stava dunque per essere trasferito dagli edifici dove vivono i detenuti in semilibertà, che si trova fuori dal muro di cinta, al corpo centrale della Dozza. Una delle ipotesi è che ci fosse una porta lasciata  aperta: l’uomo potrebbe avere approfittato del fatto che un poliziotto era intento a far rientrare altri semiliberi. Poi ha raggiunto il retro della palazzina ed è fuggito facendo perdere le proprie tracce.

Il reparto per i detenuti in semilibertà è all’interno del cortile della Dozza, ma è separato dall’edificio (dotato di porte blindate e una lunga serie di misure di sicurezza)  dove si trova il carcere vero e proprio.

Foto e nome

La polizia penitenziaria e il nucleo investigativo regionale hanno diramato foto e generalità del detenuto evaso a tutte le forze dell'ordine. Lo riferisce Domenico Maldarizzi, segretario nazionale UilPa Polizia penitenziaria. Le prime ricerche dell’evaso sono state fatte nelle case e nei garage della zona.

Evento molto raro, meno al Pratello

Le evasioni dal carcere bolognese della Dozza non sono per nulla frequenti, anzi. L’ultimo dato di cronaca risale al 2011, quando gli agenti sventarono un tentativo di evasione di otto detenuti che erano stati sorpresi a scavare il cemento intorno alle inferriate delle celle.

Più frequenti, invece, le fughe dal carcere minorile del Pratello che si trova in pieno centro a Bologna, nell’omonima via. L’anno scorso, gli agenti della penitenziaria trovarono un grande buco scavato dietro a uno degli armadi della struttura.

Cos’è il regime di semilibertà

E’ uno dei benefici previsti per i carcerati che viene deciso dal tribunale della Libertà. Al condannato viene permesso di trascorre parte o tutta della giornata all’esterno del carcere per partecipare ad attività lavorative, istruttive o utili al reinserimento sociale. Come ogni beneficio, può essere revocato come è avvenuto in questo caso.

Per essere ammesso alla semilibertà, il detenuto  deve aver scontato almeno metà della pena quando la condanna inflitta è superiore ai sei mesi. La semilibertà può essere applicata fin dall'inizio quando la condanna è inferiore a sei mesi.

I sindacati

"In merito all’evasione avvenuta  nel carcere della Dozza, a Bologna, al di là della dinamica che verrà accertata, non possiamo comunque che ribadire la necessità di continuare a dare priorità alla sicurezza, attraverso le assunzioni di personale di polizia penitenziaria, oggi carente di circa 4mila unità – tuonano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto Sappe, e Francesco Campobasso segretario nazionale –. Per la realizzazione di tale obiettivo è necessario reperire nuove scuole di formazione, dopo che tre sono state dismesse negli anni passati da scelte politiche sbagliate”.

"Che l'istituto bolognese abbia grosse pecche strutturali, soprattutto nei sistemi di allarme e video sorveglianza è cosa nota visto che più volte è stato denunciato da questa organizzazione sindacale - rincara Domenico Maldarizzi, segretario nazionale UilPa Poizia penitenziaria – il personale è sottodimensionato e stanco, al contrario della popolazione detenuta che aumenta sempre più, un dato di fatto che sembra non interessare a nessuno”.