Foggia, 15 settembre 2020 - Percepivano il reddito di cittadinanza nonostante fossero detenuti. E' quanto accertato dai finanzieri del comando provinciale di Foggia, che hanno denunciato 30 persone.
Dalle indagini è emerso che in 3 hanno presentato direttamente la domanda per ottenere il beneficio, mentre erano in stato di detenzione carceraria, mentre in 12 non hanno comunicato l'intervenuta carcerazione. Sei familiari di detenuti, invece, omettendo di indicare nelle istanze per il beneficio la condizione detentiva del componente del proprio nucleo familiare, sono riusciti a ottenere un sostegno economico senza riduzioni. E altri 8 familiari non hanno comunicato l'intervenuta carcerazione del familiare, continuando a percepire indebitamente il sussidio in forma piena. Una posizione ha riguardato l'allontanamento dalla casa familiare, su ordine dell'autorità giudiziaria, di un componente di un nucleo familiare destinatario del sussidio.
Tra i detenuti scoperti, anche quelli sottoposti a misura detentiva per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, rapina, evasione.
La concessione del sostegno economico, il reddito di cittadinanza, quale misura di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all'esclusione sociale è subordinata ad una serie di requisiti reddituali e patrimoniali, nonchè di compatibilità che i nuclei familiari devono possedere cumulativamente al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell'erogazione del beneficio. Tra i requisiti di compatibilità, il legislatore ha previsto, tra gli altri, la mancata sottoposizione a misure cautelari personali di chi ne fa richiesta. Se ad essere sottoposto a detenzione è invece un componente del nucleo familiare del richiedente, allora il sostegno economico è ridotto secondo parametri prefissati in norma.