Roma, 19 settembre 2023 – Complice la tropicalizzazione del clima, ossia il caldo anomalo e umido che favorisce la diffusione delle zanzare e spinge le persone ad usare un vestiario meno coprente, i casi di febbre Dengue in Italia continuano a salire e creano allarme. Anche perché il virus Dengue, presente in 4 varianti, può risultare anche mortale. Le Regioni più colpite sono la Lombardia, già a 50 casi, di cui quelli 'autoctoni' registrati nel Lodigiano particolarmente preoccupanti perché sono stati i primi che hanno interessato persone che non si sono recate all'estero, e il Lazio, con 28 casi.
In dettaglio sono 27 i casi confermati di Dengue trasmessi localmente in Italia e notificati al 18 settembre 2023. Questi casi sono riferiti a tre episodi di trasmissione non collegati tra loro in provincia di Lodi (21 casi confermati), in provincia di Latina (2 casi) e in provincia di Roma (4 casi con esposizioni in diverse parti della città metropolitana di Roma per cui sono in corso indagini per verificare eventuali collegamenti epidemiologici). Tutti i casi sono guariti o in via di miglioramento. Dall’inizio dell’anno sono stati notificati anche 181 casi di Dengue importati da altri Paesi.
Cos'è la Dengue
Si tratta di una malattia di origine virale: la dengue è causata da quattro virus molto simili (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4) ed è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare: nell’emisfero occidentale è la zanzara Aedes aegypti (anche se si sono registrati casi trasmessi dall'Aedes albopictus, precisa lì'Istituto superiore di Sanità) a pungere e prelevare il sangue da una persona infetta e a trasmetterlo, con una nuova puntura, ad una sana.
Come avviene il contagio
Non si ha contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus. Il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni, e in questo periodo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri. La dengue, conosciuta da oltre due secoli, è particolarmente presente durante e dopo la stagione delle piogge nelle zone tropicali e subtropicali di Africa, Sudest asiatico e Cina, India, Medioriente, America latina e centrale, Australia e diverse zone del Pacifico.
La Dengue 'importata' in Europa
Se in quei paesi la presenza della Dengue è endemica, in Europa si tratta di una 'malattia d'importazione', legata allo spostamento delle persone. Ma il clima caldo-tropicale e la relativa diffusione delle zanzare ne facilita la diffusione. A Castiglione d'Adda, in provincia di Lodi, dove già era stato 'scoperto' il Covid 19, è stato individuato il primo caso di malattia Dengue autoctona: la persona colpita, un anziano del posto, non si era recato all'estero ma è stato infettato da una zanzara che aveva il virus.
Dengue: i sintomi
Normalmente la malattia, fa sapere l'Istituto superiore di Sanità, dà luogo a febbre nell’arco di 5-6 giorni dalla puntura di zanzara, con temperature anche molto elevate. La febbre è accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni (per questo è nota anche col soprannome popolare di 'febbre spaccaossa'), nausea e vomito, irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre. Sintomi che sono spesso assenti nei bambini.
La diagnosi di Dengue
La diagnosi è di norma effettuata in base ai sintomi: le Aziende Sanitarie, visto l'innalzarsi dei casi, hanno provveduto a mandare circolari a medici di base e ospedalieri perché valutassero e segnalassero i casi sospetti di Dengue. La diagnosi può essere più accurata con la ricerca del virus o di anticorpi specifici in campioni di sangue. A Castiglione, nel Lodigiano, un mese fa la popolazione è stata sottoposta a screening su base volontaria. In genere esami del sangue specifici vengono effettuati in centri clinici specializzati. Questo, spiega Pierluigi Bartoletti, vice segretario nazionale vicario della Fimmg, la Federazione italiana di medicina generale, è un limite al tracciamento dei casi, per limitare i focolai: "Sarebbe opportuna la diagnostica in ambulatorio che da tempo richiediamo".
Dengue, come si cura
Non esiste un trattamento specifico per la Dengue, e nella maggior parte dei casi le persone guariscono completamente in due settimane. Vengono quindi trattati i 'sintomi'. Le cure di supporto alla guarigione consistono in riposo assoluto, uso di farmaci per abbassare la febbre e somministrazione di liquidi al malato per combattere la disidratazione. In qualche caso, stanchezza e depressione possono permanere anche per alcune settimane, spiega l'Istituto superiore di Sanità. L’aver contratto la Dengue protegge la persona solo contro il virus che l’ha causata ma non contro gli altri tre ceppi virali. La malattia infatti, purtroppo, può svilupparsi sotto forma di febbre emorragica con emorragie gravi da diverse parti del corpo che possono causare veri e propri collassi e, in casi rari, risultare fatali.
Come si previene la diffusione del virus
Quando viene individuato un caso di Dengue viene avviata una disinfestazione dalle zanzare nella zona frequentata dalla persona risultata malata. In generale la misura preventiva più efficace contro la Dengue consiste nell’evitare il contatto con le zanzare. Importanti sono dunque l’uso di repellenti, vestiti adeguati e protettivi, zanzariere e tende, ricordando che le zanzare sono più attive nelle prime ore del mattino. Per ridurre il rischio di epidemie di Dengue, il mezzo più efficace è la lotta sistematica e continuativa alla zanzara che funge da vettore. Ciò significa eliminare tutti i ristagni d’acqua, dove le zanzare depositano le uova e si riproducono, in prossimità delle zone abitate, ed effettuare vere e proprie campagne di disinfestazione che riducano la popolazione di Aedes. Sono inoltre state attivate tutte le misure preventive previste a tutela di trapianti e trasfusioni.
Nessuna profilassi o vaccino
Non esiste attualmente profilassi contro la Dengue: sono allo studio una serie di vaccini, anche se la conoscenza del virus e del suo meccanismo di azione sono aumentate solo in anni recenti, dopo che si è registrato un incremento della diffusione della malattia.