Venerdì 30 Agosto 2024
ANTONIO TROISE
Cronaca

Dal deficit al Mes: così Roma può trattare. E sui balneari spunta l’ipotesi mini proroga

Le carte italiane sul tavolo per contare nella distribuzione delle deleghe Ue La bozza delle associazioni: indennizzi e gare rinviate di cinque anni al massimo

Una protesta dei balneari contro la Bolkestein

Una protesta dei balneari contro la Bolkestein

Roma, 30 agosto 2024 – La vera partita comincia ora. E il cammino per l’insediamento della nuova Commissione europea si concluderà solo fra novembre e dicembre, con il voto del Parlamento europeo. Prima di quell’appuntamento ci sarà, insomma, tutto il tempo per una trattativa che dovrà tenere conto non solo dei pesi e degli equilibri fra i partner dell’Europa ma anche dei tanti dossier, molti delicati, che il prossimo esecutivo comunitario dovrà affrontare. Dossier che, inevitabilmente, saranno sul tavolo quando si dovrà decidere la distribuzione di deleghe fra commissari e vice-presidenti. Un complesso do ut des nel quale l’Italia ha sicuramente alcune carte importanti da giocare.

Il Mes

Sulla riforma del cosiddetto "fondo salva-Stati" pesa come un macigno il veto dell’Italia. Siamo l’unico Paese a non aver ancora ratificato la nuova versione del Mes. Per la premier, Giorgia Meloni, si tratta di un vero e proprio bivio: continuare a seguire le sirene dell’euroscetticismo di Le Pen e Salvini, da sempre contrari al Fondo o, invece, riaprire un dialogo con la Commissione e gli altri Paesi che hanno sottoscritto l’accordo, per rafforzare un approccio europeista e, soprattutto, uscire da una posizione di isolamento. La posta in gioco è altissima. Esclusi i 78 miliardi di euro già usati per la Grecia, Cipro e la Spagna, attualmente il Mes ha una capacità di prestito di 422 miliardi che però sono destinati a tornare alla cifra iniziale di 500 miliardi di euro, perché chi ha già usato il fondo sta cominciando a restituire il prestito. Soldi che, in caso di una nuova tempesta finanziaria, servirebbero in ogni caso a evitare choc bancari.

Il deficit

L’Italia non è riuscita a evitare i nuovi "paletti" dell’austerity imposti soprattutto dai Paesi nordici nella nuova edizione del Patto di Stabilità. I primi effetti ci saranno nei prossimi giorni. Entro il 20 settembre il governo dovrà inviare a Bruxelles il documento che prevede un percorso di sette anni per la riduzione del deficit. Operazione che può costare fino a 10 miliardi all’anno. Anche in questo caso una maggiore attenzione dell’Italia – attualmente sottoposta a procedura per deficit eccessivo – sul fronte del risanamento dei conti può essere interpretata favorevolmente a Bruxelles e spianare la strada all’eventuale delega a Fitto per il Bilancio. Una delega che porterebbe con sé anche una vicepresidenza esecutiva.

I balneari

Sembrerà strano, ma la partita delle nomine si gioca anche, se non soprattutto, nei lidi delle vacanze. Il duello fra l’Italia e Bruxelles sulla cosiddetta direttiva Bolkestein che impone la messa a gara delle concessioni balneari è arrivata al redde rationem. L’attuale Commissione ha già fatto sapere al governo che il prossimo step sarà il ricorso alla Corte di Giustizia europea, con il rischio di una pesante condanna. Il governo è già al lavoro per una legge sul riordino delle concessioni. Sembra difficile che il testo possa arrivare oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri. Molto probabilmente le decisioni slitteranno alla prossima riunione del governo. C’è anche una prima bozza, diffusa dalle associazioni dei balneari, che prevederebbe una proroga delle gare fino a un massimo di 5 anni (e non più 10 come nella prima versione) secondo un calendario, definito regione per regione, che terrà conto dell’effettiva disponibilità del litorale libero. Sarebbero previsti, inoltre, requisiti ad hoc per la partecipazione alle gare, che terranno conto di precedenti concessioni, del numero dei lavoratori e dell’esperienza tecnica e professionali. Nella bozza anche indennizzi per gli investimenti effettuati dagli attuali concessionari.