Si prevede un allargamento dei flussi di ingresso legale di migranti extra-europei: le quote verranno definite non più solo per un anno ma per un triennio (2023-25) con decreto della presidenza del Consiglio, previo parere, tra l’altro, delle commissioni parlamentari competenti. Quanti saranno quest’anno? Considerando l’esigenza di manodopera, più degli 83mila previsti nel decreto varato dal ministro Piantedosi, e si avrà un occhio di riguardo per il lavoro agricolo: i datori che hanno fatto domanda per l’assegnazione di personale hanno la priorità rispetto ad altri richiedenti. In via preferenziale, le quote saranno assegnate ai lavoratori di Stati che promuovono campagne mediatiche sui rischi derivanti dall’inserimento in traffici migratori irregolari. Ove fosse necessario, si possono ulteriormente allargare le maglie con altri decreti. Sono poi previsti ingressi fuori quota per gli stranieri che hanno superato, nel Paese d’origine, i corsi di formazione riconosciuti dall’Italia, promossi dal ministero del Lavoro.
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Permessi di soggiorno più lunghi
Viene aumentata la durata dei permessi di soggiorno rilasciati per lavoro autonomo, lavoro subordinato a tempo indeterminato o per ricongiungimento familiare. Le misure approvate a Cutro prevedono infatti l’estensione di dodici mesi – e cioè si passa da due a tre anni – del primo rinnovo. «Così – chiosa il titolare dell’Interno, Matteo Piantedosi – si compone il quinquennio, dopo il quale poi il migrante può richiedere il permesso di lungo soggiornante».
Rimpatri e centri: si cambia
Si potenziano i centri per i rimpatri, che diventano più facili. E si interviene sulla gestione dei centri per migranti con la cosiddetta norma ’anti-Soumahoro’: al prefetto viene consentito di nominare commissari se i gestori dei centri di prima accoglienza non rispettano gli obblighi previsti. Il provvedimento riporta in vita la stretta sulla protezione speciale («evitando interpretazioni che portino a un allargamento improprio»), che era stata inserita in uno dei decreti sicurezza di Salvini.
Morti durante le traversate. Il nuovo reato
Uno dei punti portanti del decreto è il contrasto ai viaggi illegali. Chi favorisce l’immigrazione clandestina di una persona in Italia rischia da 2 a 6 anni di carcere. Quando il favoreggiamento riguarda più persone – il caso degli scafisti – c’è uso delle armi e le persone sono esposte a maltrattamenti o pericoli la reclusione sarà da 6 a 16 anni. Viene inoltre introdotta una fattispecie nuova di reato, relativa a morte o lesioni gravi – non volute – in conseguenza del traffico di clandestini. Se dal viaggio per mare o per terra deriva il decesso di più persone (come nella tragedia di Cutro) chi ha diretto, organizzato, ed effettuato l’operazione sarà punito con il carcere da 20 a 30 anni. Se muore una sola persona è prevista la reclusione da 15 a 24 anni. Se i migranti subiscono lesioni gravi, ai trafficanti saranno comminati dai 10 ai 20 di carcere. I trafficanti potranno essere indagati e processati anche se la morte o le gravi lesioni avvengono fuori dal nostro territorio o dalle nostre acque, se la meta era l’Italia.