
Von der Leyen: piano di risposta. Oggi l’annuncio delle tariffe Usa. .
Scatta oggi il D-Day dei dazi americani, con Donald Trump che, dopo settimane di guerriglia e minacce, emetterà la sentenza destinata a diventare subito operativa. E non basta il suo "saremo gentili" a fermare o ridurre allarmi nel mondo e in Europa. Tant’è che a tenere banco, alla vigilia dell’annuncio del presidente Usa, è soprattutto la reazione-monito di Ursula von der Leyen: "Non vogliamo necessariamente vendicarci, ma abbiamo un piano forte per vendicarci, se necessario".
IL D-DAY DELLE TARIFFETrump, dunque, quasi a mo’ di concessione, promette "gentilezza", ma, per il momento, la sola certezza, secondo la Casa Bianca, è che i dazi avranno effetto immediato: entreranno in vigore dopo l’annuncio dal Giardino delle Rose, subito dopo la chiusura di Wall Street alle 4 del pomeriggio (le 22 in Italia). In quello che il tycoon ha ribattezzato "il giorno della liberazione", verranno rese note le tariffe che si andranno a sommare a quelle previste sulle auto importate, che scatteranno domani, e sull’alluminio, in attesa delle altre in arrivo sulla farmaceutica. Il menù delle ipotesi proposte al presidente vede in primo piano quella di dazi universali al 20%: un’idea considerata disastrosa con cinque milioni di posti di lavoro americani persi entro gli inizi del 2027. Sul tavolo c’è anche la soluzione dei dazi reciproci per tutti i Paesi da negoziare con gli interessati: il che offrirebbe poche certezze agli investitori. È anche per questo che resta in campo anche la via di un sistema misto con tre livelli di dazi mirati a singoli Paesi o gruppi, a cominciare dai Paesi della "sporca quindicina" che hanno il surplus più alto, Italia compresa. Di certo, secondo la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, "il 2 aprile salirà alle cronache come uno dei giorni più importanti della storia americana". C’é, però, pronto anche il capro espiatorio se le cose dovessero andare male per l’America: Howard Lutnick, il ministro del commercio e uno dei maggiori sostenitori dei dazi.
LA RISPOSTA DELL’EUROPAVon der Leyen: "Ci vendicheremo, se necessario". "Una cosa deve essere chiara – spiega la presidente della Commissione Ue – l’Europa non ha cominciato questo scontro ma è pronta a rispondere con forza". Il che indica il disegno di una reazione dura e compatta (e tenere uniti i Paesi dell’Ue è una delle preoccupazioni della von der Leyen). Certo, in relazione a quelli che saranno i dazi Usa, sono in ponte molteplici piani di battaglia. "Abbiamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno per proteggere la nostra gente e la nostra prosperità", sottolinea von der Leyen. La competenza sulla materia è in capo esclusivamente alla Commissione. Ma il rischio di una spaccatura politica non è scongiurato.
RISCHIO SPACCATURAPopolari, Socialisti e liberali sono per la linea dura, come conferma Manfred Weber, che parla di "giorno del risentimento". Ungheria, Polonia e soprattutto Italia restano convinti assertori, però, di una linea morbida. Non soltanto Harley-Davidson, yacht extralusso, bourbon o altri classici contro-dazi. Bruxelles mette nel mirino il cuore pulsante dell’America: la Silicon Valley. In testa alla lista nera c’é Elon Musk e nel mirino ci sono anche Meta, Apple e Amazon. L’Ue ha costruito un solido arsenale normativo con il Digital markets Act (Dma) per frenare l’espansione delle major del tech americane e cinesi: Apple e Meta rischiano multe fino al 10% del fatturato globale annuo. E, se la tensione dovesse salire ancora, sul tavolo di Bruxelles c’è il bottone rosso dello strumento anti-coercizione: con la possibilità di misure drastiche, dalla chiusura del mercato alle multinazionali americane al congelamento di brevetti e investimenti Usa.