Sabato 27 Luglio 2024
MARTINA DEL CHICCA
Cronaca

La Darsena ancora in sofferenza: altri 30 licenziamenti nell’indotto

Il gruppo Fipa ha già annunciato ai sindacati esuberi per 35 unità

Darsena (foto Umicini)

Darsena (foto Umicini)

Viareggio, 10 dicembre 2014 - LA NAUTICA stringe i denti; saldamente ancorata a un marchio, quello viareggino, che ancora suscita interesse nel mercato del lusso. «L’unico segmento del settore – chiarisce il segretario della Fiom Lamberto Pocai – che ancora resiste alla concorrenza, in particolare straniera, che ormai ha conquistato il mercato delle piccole imbarcazioni da diporto». Ma se ci sono realtà, come i cantieri Sanlorenzo oppure Azimut, che sembrano navigare in acque più o meno tranquille; ce ne sono altre che rischiano di essere definitivamente travolte da una crisi asfissiante. Ed è la catena degli appalti a preoccupare il sindacato «poiché abbiamo un controllo minore sulle diverse aziende, e dunque un minor margine di contrattazione» aggiunge Pocai. Da un’analisi sommaria pare che, solo nell’ultima ondata di licenziamenti coincisa con la scadenza dei termini per la cassa integrazione in deroga a fine novembre, siano stati espulsi dalla filiera già 30 lavoratori. Ma una stima più precisa potrà essere fatta solo consultando gli elenchi per la disoccupazione, e probabilmente sarà al rialzo. «Con alcune aziende dell’indotto siamo riusciti a bloccare i licenziamenti – prosegue il sindacalista – riuscendo ad alternare periodi di ferie e periodi di lavoro così da traghettare fino al prossimo anno le attività. Ma si tratta comunque di interventi tampone, per fermare temporaneamente un’emorragia che sembra inarrestabile».

E PROPRIO stamattina, sempre nell’ottica di salvaguardare l’occupazione, il sindacato incontrerà i vertici di Fipa: uno dei primi cinque gruppi nel mondo, con circa 100 addetti impiegati. Anche per Fipa sono infatti scaduti i termini per il rinnovo della cassa integrazione in deroga e il destino di 35 operai è appeso ad un filo sottile. «Momentaneamente sono stati ripresi in forza tutti i lavoratori – racconta Pocai – ma va anche sottolineato che nel corso dell’anno 30 sono già usciti attraverso accordi». La trattativa quindi è allargata a tutte le aziende di Polo Nautico «per verificare sulla base dei volumi produttivi quali figure possono essere ricollocate in altri cantieri», e in particolare proprio a Sanlorenzo. Il cantiere che prima degli altri ha compreso il valore commerciale del Made in Viareggio.

«MA quello che manca, in molti casi, – conclude Pocai – è un piano industriale strutturato. E’ inutile far ricorso alla cassa integrazione e agli ammortizzatori sociali se poi le aziende non investono i risparmi sul costo del personale per trovare nuovi sbocchi sul mercato...». Perché l’orizzonte non è poi così nero: in un quadro generale la nautica sembra aver interrotto la caduta libera, che dal 2008 solo a Viareggio ha limato del 40% il fatturato, riducendo l’occupazione da 7mila e 2mila addetti. Ci sono aree di crescita come le Americhe e il Medio Oriente e l’Asia, che ha un potenziale che non si è ancora totalmente manifestato. E in questa direzione che la Darsena dovrebbe guardare, se solo avesse un porto a misura...