Giovedì 30 Gennaio 2025
REDAZIONE CRONACA

Daniela Santanché, truffa all’Inps con la cassa Covid: resta a Milano la competenza sul caso Visibilia

La Cassazione rigetta la richiesta di trasferimento degli atti a Roma avanzata dalla difesa della ministra del Turismo. L’avvocato: “Vergognoso apprenderlo dalla stampa”. L’udienza preliminare riprende il 26 marzo

La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, alle prese con guai giudiziari

La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, alle prese con guai giudiziari

Milano – Resta a Milano la competenza territoriale del filone di indagine sul caso Visibilia che vede accusata, tra gli altri, la ministra del Turismo Daniela Santanchè con l'ipotesi di truffa aggravata all'Inps (parte civile) in relazione alla cassa integrazione nel periodo Covid, come anticipato da Corriere della Sera e Stampa.

A stabilirlo è stata la Corte di Cassazione investita della questione, sollevata dalla difesa dell'esponente di Fratelli d’Italia, che chiedeva il trasferimento del fascicolo a Roma. L’udienza preliminare riprenderà quindi, come da calendario, il 26 marzo. Oltre alla ministra, rischiano il processo anche il compagno dell'esponente di FdI Dimitri Kunz D'Asburgo e Paolo Giuseppe Concordia, responsabile delle tesorerie del gruppo Visibilia, e le due società Visibilia Concessionaria srl e Visibilia Editore spa. Nell'indagine, coordinata dai pm milanesi Maria Giuseppina Gravina e Luigi Luzi, risultano coinvolti 13 dipendenti delle due società indagate, che sarebbero stati messi in cassa integrazione a zero ore senza saperlo - e quindi continuando a lavorare - causando un danno di oltre 126 mila euro versati dall'ente pubblico.

Il fascicolo era nato dalle dichiarazioni di Federica Bottiglione, ex dirigente di Visibilia Editore, la quale aveva registrato le conversazioni con il compagno della Santanché e aveva raccontato di aver continuato a lavorare quando, dal marzo 2020 fino a novembre 2021, era invece ufficialmente in cassa integrazione a zero ore nel periodo Covid. Uno schema che sarebbe stato replicato per sei ex dipendenti di Editore e altri sei di Concessionaria. Accuse da cui, nei mesi scorsi, la senatrice di Fratelli d'Italia si era difesa in Parlamento.

"È una follia. A noi avvocati non è ancora stato comunicato nulla e ci era stato assicurato in tutti i modi, anche dalla Corte di Cassazione, che la notizia non sarebbe stata passata ai giornali prima. E' vergognoso". Così Nicolò Pelanda, difensore di Daniela Santanchè. Il legale non ha ancora ricevuto alcuna notifica relativa alla decisione sulla comperenza territoriale del procedimento in cui la senatrice risponde di truffa aggravata ai danni dell'Inps, ma ha saputo dalla stampa che resta a Milano. "I giornalisti fanno giustamente i giornalisti. I magistrati dovrebbero avere un po' più di rispetto per gli avvocati"