Milano, 3 maggio 2024 – La Procura di Milano chiede il rinvio a giudizio per Daniela Santanchè e altre due persone tra cui il compagno della ministra del turismo, Dimitri Kunz, per due società nel filone del caso Visibilia sulla presunta truffa aggravata ai danni dell’Inps in relazione a irregolarità nella fruizione della cassa integrazione in deroga Covid 19, per un totale di 13 dipendenti.
Il caso Visibilia
A fine marzo infatti la ministra del Turismo Daniela Santanchè era entrata nel filone delle indagini dalla Procura di Milano per l’ipotesi di truffa aggravata nei confronti dell'Inps: sotto la lente la presunta gestione irregolare dei fondi messi a disposizione dallo Stato per la cassa integrazione durante il Covid.
Dopo aver notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di Santanchè e di altre persone, nonché delle società Visibilia Editore e Visibilia Concessionari, gli inquirenti avevano anche sentito i testimoni, dai quali era trapelato che la ministra sarebbe stata a conoscenza che i dipendenti lavoravano, malgrado la società avesse chiesto e ottenuto la Cig.
Lavoravano per un totale di oltre 126mila euro, ossia l'ammontare della presunta truffa, spalmati su 13 dipendenti delle due società del gruppo fondato dalla senatrice di Fdi, che ha dismesso cariche e quote nel 2022.
Dunque, per gli inquirenti non solo Santanchè e il suo compagno Dimitri Kunz in quel periodo, quando veniva chiesta indebitamente la cassa Covid e i dipendenti continuavano a lavorare, hanno amministrato la società, ma erano entrambi consapevoli del presunto schema illecito, così come messo a verbale dai lavoratori.
Mentre la ministra del Turismo ha sempre respinto l'accusa e si è sempre difesa, l’opposizione ha richiesto più volte a Meloni di esortare Santanchè a dimettersi.