Mercoledì 18 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Damasco: Ahmad Sharaa negozia con l'Occidente su Israele e sanzioni internazionali

Ahmad Sharaa, nuovo leader di Damasco, cerca accordi con l'Occidente su Israele e sanzioni, mentre emergono fosse comuni in Siria.

Ahmad Sharaa, nuovo leader di Damasco, cerca accordi con l'Occidente su Israele e sanzioni, mentre emergono fosse comuni in Siria.

Ahmad Sharaa, nuovo leader di Damasco, cerca accordi con l'Occidente su Israele e sanzioni, mentre emergono fosse comuni in Siria.

DAMASCORassicurazioni all’Occidente su Israele, migranti e lotta al terrorismo, in cambio della fine delle sanzioni internazionali contro la Siria e del pieno riconoscimento politico del suo potere: sembra avere le idee chiare il nuovo uomo forte di Damasco, Ahmad Sharaa (Jolani), jihadista appoggiato dalla Turchia, su come negoziare con Stati Uniti e Paesi europei. Mentre un suo colonnello annuncia il futuro scioglimento della coalizione jihadista (Hts) guidata da Sharaa, in varie regioni siriane continuano a emergere tracce di fosse comuni create dal dissolto regime incarnato per mezzo secolo nella famiglia Assad. Intanto l’esercito turco e miliziani siriani filo-Ankara proseguono l’assedio sull’enclave curda di Kobane, nel nord del paese a ridosso del confine turco. E Sharaa intensifica gli incontri politici con emissari europei a Damasco. Dopo gli americani, è stato il turno dei britannici, dei francesi e dei tedeschi. Senza più la sua spartana tuta militare ma con indosso una giacca e una camicia senza cravatta, Sharaa ha ribadito che il suo governo non intende usare la Siria come una base per attaccare Israele, ma ha chiesto ai suoi interlocutori europei che vengano levate le sanzioni occidentali imposte da Washington e da Bruxelles all’inizio della crisi siriana nel 2011. Parlando agli emissari di Londra, Parigi e Berlino dalla stessa sedia dove fino a due settimane fa sedeva l’ex raìs Bashar al Assad nel palazzo presidenziale che domina la capitale, Sharaa ha detto che la sua Siria non vuole "alcun conflitto né con Israele né con nessun altro". Intanto le truppe israeliane hanno continuato ad avanzare indisturbate nella valle del fiume Yarmuk, al confine tra la regione di Qunaytra e quella di Daraa, prendendo il controllo della località di Saidat al-Jawlan. E questo sotto gli occhi vigili del premier israeliano Benjamin Netanyahu, impegnato in un tour politico-militare sulle pendici orientali del Monte Hermon, occupate da Israele subito dopo la fuga di Assad a Mosca l’8 dicembre scorso. Tra l’altro mentre voci ieri lo davano in partenza per il Cairo a chiudere la tregua con Hamas per avere indietro gli ostaggi del 7 ottobre. Tregua data per imminente. E in Egitto è atteso anche il leader dell’Anp Abus Mazen. Intanto da Bruxelles, mentre l’Ue si prepara a riaprire l’ambasciata a Damasco, l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Kaja Kallas, ha risposto positivamente alle aperture del leader jihadista, ex capo di al Qaida in Siria: dobbiamo "iniziare a riflettere su una possibile revisione del nostro regime di sanzioni".